Che in Italia ci sia un problema di uguaglianza tra i sessi lo si vede proprio dappertutto, perfino in pubblicità. Questa segnalazione mi è stata fatta da un lettore che ha fotografato il cartellone.
Il lettore che mi ha segnalato lo spot è anche autore di un blog . Il giorno dopo la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, ha scritto un post sulla condizione femminile in Italia, dove veniva riportata anche questa segnalazione.
“Essere donna è una malattia?” è il titolo del suo post centrato benissimo per poter iniziare un’analisi sulla condizione femminile in Italia. Non posso che condividerlo: la femminilità in Italia è trattata come un handicap.
Egli considera la disastrosa condizione femminile in Italia come un fenomeno paradossale in un Paese che si definisce democratico. Ha analizzato anche i pregiudizi attorno al termine femminismo, condiderato in italia come “un movimento fatto di donne mascoline che vogliono sottomettere l’uomo“. Essere uomini e schierarsi contro la discriminazione delle donne non è un anomalia, in quanto la discriminazione delle donne è un problema di diritti umani.
Dopo averci mostrato i numeri contro la violenza sulle donne, le pubblicità sessiste, la condizione della donna in televisione attraverso le immagini del bellissimo documentario di Lorella Zanardo, analizza come la femminilità, la sessualità femminile, la maternità, e l’autorevolezza femminile vengono percepite nella nostra società.
Come viene percepita il femminile in italia potete leggerlo anche tra alcuni commenti (in un post che annuncia finalmente che Reggio Calabria vieterà le affissioni sessiste). Sembra che la donna ormai sia tale solo se è bella e seducente. Chi lotta contro l’immagine lesiva alla dignità delle donne in italia significa essere bigotti. Contrastare l’immagine lesiva cotnro la dignità delle donne sembra che offenda alcuni uomini. Perchè?
Chiederei loro:
Vi offende tanto vedere donne NON offese?
Vi offende tanto sapere che le donne chiedono rispetto?
C’è anche un’altra tendenza: quella di considerare le lotte per l’uguaglianza dei sessi un problema poco importante. Della serie: Ne muore una al giorno ma che sarà mai?
Tornando all’articolo, il mio lettore ha concluso anche che in italia c’è anche un altro problema: la donna ha smesso di lottare.
Aggiunge pure un punto che o condivido in pieno: è pure una questione maschile: è offensivo per un uomo vedersi rappresentato sempre come un animale affamato di sesso, è offensivo che la pubblicità comunica con gli uomini puntando esclusivamente sui loro bassi istinti, come se il loro cervello si trovasse tra le gambe.
Iniziamo ad occuparci anche come la pubblicità comunica con gli uomini. Come in questo cartellone, che per pubblicizzare un prodotto maschile si ricorre a questo tipo di rappresentazione che svilisce sia gli uomini (come interlocutori) e le donne (utilizzate come strumento decorativo).
Grazie a questa analisi abbiamo concluso che la pubblicità non comunica con gli uomini ma con il loro pene. In poche parole l’uomo è considerato come un pene con le gambe, ridotto esclusivamente a organo genitale piuttosto che a essere pensante.






