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«Un cinese in Italia da 12 anni si rivolge al sindaco di un comune per chiedere la cittadinanza italiana. Il sindaco dopo avergli richiesto la varia documentazione spiega che deve fare una piccola prova per accertare se c'è stata in questi 12 anni una reale integrazione con il nostro paese. ‘Facciamo - dice il sindaco - una prova con alcuni proverbi ben noti alla popolazione, io li inizio e lei li conclude.... capito bene?’. ‘Ok!’. ‘Allora proviamo: Rosso di sera? ...bel tempo si spela’, risponde il cinese, ‘Ok ancora: Cielo a pecorelle? ...pioggia a catinelle, risponde il cinese. Ok. ancora... Fra moglie e marito? ...non metele il dito. Bravo, e ora l'ultimo indovinello, dice il sindaco:Can che abbaia? ...poco cotto, poco cotto.»Una barzelletta, certo, di pessimo gusto, pure, ma purtroppo una raccapricciante realtà come testimonia la città di Yulin, in Cina per l’appunto, tristemente famosa per un controverso festival gastronomico in cui vengono serviti piatti a base di carne di cane. Da anni gli attivisti cinesi e internazionali denunciano lo scempio di questo raduno, che avviene ogni anno in occasione del solstizio d'estate. Per evitare proteste, gli organizzatori hanno anticipato di qualche giorno l'evento ma l'indignazione ha travalicato i confini nazionali ed è arrivata fino qui, grazie al web.