New Delhi, 12 marzo 2016
Io non ho mai frequentato i corsi di Art of Living (AOL), il centro spirituale del guru Sri Sri Ravi Shankar (dove Sri Sri sta per "santo santo"), detto anche il 'new age guru' o il 'guru della gioia", ma sono convinta che siano davvero efficaci.
L'ho visto ieri sera al "World Culture Festival", un mega raduno degli adepti che si tiene in questi giorni fuori New Delhi, sulle sponde della povera Yamuna. 'Povera' perche' il fiume e' gia' tra i piu' inquinati del mondo e - come se non bastasse - per fare spazio all'evento e' stato distrutto anche quel poco verde che rimaneva.
Gli ambientalisti di fatto avevano denunciato la fondazione per i danni arrecati all'ecosistema fluviale dalle strutture 'provvisorie' e un 'tribunale verde' ha condanato Sri Sri al pagamento di una salata multa di circa 700 mila dollari.
A causa delle polemiche c'e' stato un fuggi fuggi dei leader indiani e stranieri invitati e che erano gia' nel programma. E' un flop totale dal punto di vista delle presenze 'illustri'. Perfino il presidente indiano Pranab Mukherjee ha dato forfait. Meno male che il premier Narendra Modi ha mantenuto la sua promessa al guru ed e' venuto, anche se su un palco separato, per ragioni di sicurezza. Modi insomma ha salvato lo show e mi chiedo ancora perche' lo ha fatto. La coordinatrice di Art of Living Italia che ho incontrato, Jaya Silvia Speranza, mi ha detto che il leader della destra segue le tecniche 'anti stress' di Sri Sri e che grazie a questo puo' sopportare carichi di lavoro che nessuno al mondo puo' permettersi. In effetti, Modi e' un superman, e' capace di parlare per ore senza leggere, di fare tre i quattro comizi al giorno, fare dei tour de force all'estero e essere sempre lucido e impeccabile. Mi sono sempre chiesta come faccia.
Ma la conferma che le tecniche di Sri Sri funzionano l'ho avuto osservando i suoi adepti. Ieri pomeriggio - come se non bastasse dopo le polemiche - si e' messo pure a piovere. L'intera area e' ritornata a essere una palude come era prima che le ruspe spianassero i canneti e l'esercito costruisse dei ponti per attraversare gli acquitrini. Le strade sterrate di accesso e i parcheggi si sono trasformati in un lago di fango dove la folla avanzava a stento tenendosi per mano, cercando di non scivolare e spesso non sapendo manco dove andare per mancanza di indicazioni. Io stessa dopo un paio di ore con i piedi affondati nella melma puzzolente della Yamuna sono finalmente riuscita a raggiungere il posto riservato alla stampa, che era a mezzo chilometro dal palco principale. Lo stage di Modi e Sri Sri era cosi' distante da giornalisti e fotografi che nessuno li ha visti. Qualcuno ha perfino detto che non c'erano, ma che parlavano da un altro posto...
Gli artisti, invece, forse 10 o 20 mila , erano stati fatti accomodare su dei lunghissimi spalti dove c'erano anche dei megaschermi,che pero' con la pioggia non funzionavano....a un certo punto c'e' stato anche un black out. D'altronde non e' facile creare un evento per 100 mila persone (gli organizzatori mi hanno detto 600 mila) in mezzo a un canneto....
Ma in tutto 'sto caos, che potrebbe sembrare da girone infernale (soprattutto quando e' scesa la notte, il freddo e anche le zanzare) i seguaci di Sri Sri Ravi Shankar erano gioiosi, felici, addirittura in estasi! In mezzo al fango e senza vedere quasi nulla, dopo ore di coda, sulle sedie bagnate, dopo lo stress da parcheggio e lunghe code per la sicurezza. E moltissimi erano stranieri, intere comitive arrivate da tutto il mondo (87 dall'Italia). Nessuno si lamentava, nessuno era stressato. E' forse cosi' che si impara "l'arte di vivere"? Bravo Sri Sri, anche se hai devastato una pianura fluviale.