
Notte
La tua mano è pesante, Notte, sulla mia fronte
Non sopporto cuori mercurici come le nubi, a sfidareL’inasprimento del tuo aratro sottile.
Donna come vongola, sulla distante mezzaluna
Ho visto il tuo occhio geloso spegnere la
Fluorescenza del mare, danzi sulla vibrazione incessante
Delle onde. E io stavo lì esaustoSottomesso come la sabbia, sangue e salamoiaProcedono verso le radici. Notte, hai piovutoOmbre seghettate attraverso umide foglieFinché, sommerse in calde diffusioni delle tue cellule maculateLe sensazioni mi fecero soccombere, senza volto, muti ladri notturni.Nascondimi ora, quando i bambini della notte cacciano la terra –Non devo udire nessuno. Queste chiamate brumose miDisfaranno ancora, nudo, sgradito, alla muta nascita della Notte.
Wole Soyinka