In origine il termine feuilleton indicava la parte bassa del giornale, l'appendice, chiamata anche 'rez-de-chaussée' o 'pié di pagina'. Sul Journal des Débats appaiono per la prima volta articoli di critica letteraria e teatrale. Una sorta di rubriche moderne. L'esperimento ottenne grande successo, cosicché venne ripreso da diverse riviste.
Siamo nel 1831 quando Honoré de Balzac decide di pubblicare alcuni capitoli dei romanzi che stava scrivendo: il suo obiettivo era di creare attesa nel pubblico per l'uscita del volume completo.
Solo cinque anni dopo, Emilie de Girardin fonda il quotidiano La Presse, giornale a basso costo. Per ammortizzare i bassi guadagni, c'era bisogno di una larga base di lettori fidelizzati. Ebbe così l'idea di dedicare lo spazio riservato da altri giornali alla critica letteraria, alla pubblicazione di racconti a puntate. La Presse ottenne il successo sperato, aumentando il numero di lettori e degli abbonati. Nacque così il feuilleton. Alcune delle opere più importanti, che nacquero proprio sottoforma di romanzo d'appendice, sono poi diventati capolavori della letteratura internazionale. Parliamo de "I miserabili" di Victor Hugo, de "I tre moschettieri" di Alexandre Dumas, de "La vieille fille" di Honoré de Balzac.
Quali erano i punti di forza e i pregi del feuilleton? Pensiamo a una società borghese come quella francese o inglese del diciannovesimo secolo. La cultura non era molto diffusa, né c'era il tempo a disposizione per la lettura dei grandi volumi. Pubblicare a puntate significava non solo creare aspettativa: ma garantire accessibilità alla lettura (e alla cultura di conseguenza) anche alle fasce più povere e meno istruite, che trovavano assai comodi sia il costo economico del giornale, sia la brevità dei testi, che non sottraeva tempo al lavoro. E oggi? Oggi sembra che il feuilleton stia tornando in auge. Sotto altre forme, ovvio. Sarà che neanche oggi, come due secoli fa, c'è il tempo per leggere? Può essere. Ma i racconti, i romanzi a puntate, fioriscono sul web e sui blog d'autore, creando un nuovo modo di fare letteratura.