(Pubblicato sul Forum Cinema di Kataweb il 7 ottobre 2002)
Dopo La promesse e Rosetta, i fratelli Dardenne proseguono con Le fils la serrata esplorazione degli aspetti più intimi e complessi della realtà quotidiana. Con taglio documentaristico e occhio asciutto raccontano di adolescenti difficili alla ricerca di un possibile percorso di redenzione e di uomini scavati dalla sofferenza capaci di operare scelte coraggiose. Mettendosi la camera a spalla pedinano i protagonisti, ne scrutano i volti con primissimi piani, girano loro intorno a pochi centimetri dalle spalle. Questo movimento continuo - fatto di rincorse, avvicinamenti e allontanamenti fulminei – consente di leggere le emozioni più fuggevoli addensate tra le rughe dei personaggi e contribuisce a illustrare il clima di claustrofobico sgomento in cui si muove il protagonista. Tutta la vicenda si costruisce e si concentra infatti sull’angoscia di Olivier, combattuto tra il cupo dolore per la perdita del figlio e l’inesprimibile desiderio di aiutare Francis a dare un significato alla propria esistenza.
L'enfant è un piccolo film spiccio, scarno (niente musica, rumori d’ambiente, dialoghi ridotti al minimo, montaggio affannoso), spietato e delicato al medesimo tempo, antiretorico, per nulla consolatorio. Non somiglia a nient’altro. Da vedere.
Il figlio (Le fils), di Jean-Pierre e Luc Dardenne, con Olivier Gourmet, Morgan Marinne, Isabella Soupart (Belgio/Francia, 2002, 103'). Domenica 10 febbraio, ore 23,35, Rai5.