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Il figlio di Babbo Natale

Creato il 19 dicembre 2011 da Mistersimpatia @mistersimpatia
Per il film, in basso, dopo il salto:

Il figlio di Babbo NataleCome può Babbo Natale fare il giro del mondo in una sola notte? Partendo da questa semplicissima domanda, che chiunque si sarà fatto almeno una volta nella vita, Sarah Smith ha ‘costruito’ il suo film. Ribaltando la ‘tradizione’ natalizia che vuole Babbo Natale su di una slitta trainata da 8 renne, la regista ha semplicemente fatto tecnologicamente ‘evolvere’ l’intero Polo Nord, affidando al povero Babbo un vero e proprio esercito di elfi, pronti a distribuire doni in tutto il mondo ed in poche ore come se fossero in guerra, a bordo di un’astronave grande come il cielo e più veloce della luce. Se non fosse che anche la più sofisticata tecnologia possa andare incontro ad un margine di errore. Dinanzi ad un regalo non consegnato su 600 milioni, il figlio farloccone di Babbo Natale, ovvero Arthur, farà di tutto per riuscire a consegnare l’ultimo regalo prima che sorga l’alba, perché nessun bimbo al mondo può rimanere senza regali proprio la notte di Natale…

Un film deliziosamente delizioso! Sarah Smith ha praticamente preso tutto il natale e l’ha messo su pellicola, facendo diventare questo film-animazione un capolavoro del Natale e di animazione stesso, tanto da arrivare a ricevere una nomination ai Golden Globes 2012 come Miglior Cartoon dell’anno. Seppur snobbato dal botteghino americano riuscendo ad incassare appena 40 milioni di dollari, la Aardaman Animation, geni della plastellina, ‘osano’ unire la propria forza in campo animato con i tecnici della Sony Animation (dopo il flop di giu per il tubo con la DreamWarks), per dare vita a Il figlio di Babbo Natale, provando a far ridare sulla ‘leggenda’ di Babbo Natale, da troppo tempo assente dalle sale con un titolo ‘adeguato’ alla sua centenaria tradizione, Arthur Christmas finisce per conquistare non solo i più piccoli, grazie anche ad una profondità tridimensionale tanto evidente quanto obiettivamente evitabile, ma anche quei grandi che hanno smesso probabilmente da decenni di inviare letterine, tornando per l’occasione e per poco più di 90 minuti a sognare ad occhi aperti. Perché più o meno tutti abbiamo creduto all’omino grassoccio, vestito di rosso e barbuto che vola su una slitta, qui finalmente tornato a splendere in tutto il suo innegabile fascino.

Tutto sul film in anteprima, in basso, dopo il salto:



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