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Il film di Vicari sulla Diaz per ricostruire la memoria collettiva

Creato il 24 aprile 2012 da Gaetano61
Il film di Vicari sulla Diaz per ricostruire la memoria collettiva

Vedere il film " Diaz - Don't clean up this blood" di Daniele Vicari, come ha scritto Antonio Scurati su "La Stampa" del 13 aprile, "è un dovere civile [...] non sarà una visione piacevole, non sarà una visione divertente, non sarà una visione conciliante. Sarà, in compenso, un'esperienza memorabile". La memoria di quegli avvenimenti, la violenza messa in atto da apparati dello Stato - le "forze dell'ordine" - contro persone inermi, la fabbricazione di prove false per legittimare un'irruzione e poi una carneficina (come fu accertato dalle inchieste giudiziarie), furono presto oscurate da ciò che accadde l'11 settembre 2001 a New York. Il ceto politico di governo dell'epoca - ricordiamo che Berlusconi era presidente del consiglio uscito da poco vittorioso dalle elezioni - utilizzò l'attentato alle "Torri gemelle" per nascondere le proprie responsabilità nei fatti di Genova. Perché può sempre esistere il poliziotto o il carabiniere "deviato", ma il massacro andato in scena alla scuola Diaz e poi alla caserma Bolzaneto parla di un disegno ben preciso che solo le autorità di governo, dalle quali le forze dell'ordine dipendono (sembra inutile ricordarlo, ma è meglio farlo), poteva aver predisposto. La presenza stessa del vice-premier dell'epoca, Gianfranco Fini, nella sala operativa della Questura di Genova, può fornire una risposta a molti interrogativi. Il film di Daniele Vicari non approfondisce il tema delle responsabilità politiche, ma ha il merito, come ha scritto Scurati, di far uscire quei fatti dal "ricordo individuale" per farli entrare nella "memoria collettiva", e magari innescare altre riflessioni.


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