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Il film Manderlay, il regista Lars Von Trier e il perchè è più bello essere schiavi
Creato il 24 aprile 2014 da StupefattiMollichina su Manderlay. Un film che è facilmente classificabile come "di destra", reazionario, francamente razzista. Queste etichette possono andare bene per chi dà a tutto una lettura ottusamente "politico-polemica". Invece Manderlay si può interpretare come una tappa del Grande Studio del Concetto di Libertà di Lars Von Trier. E soprattutto: della Libertà nell'Epoca Contemporanea.[Ricordiamoci che 1 - Lars Von Trier è cresciuta in una famiglia di nudisti libertini estremisti e che quindi conosce bene cosa significhi la Libertà vissuta e quotidiana, e ricordiamoci pure che 2 - la Danimarca (così come in generale i Paesi Bassi e i Paesi Scandinavi) hanno già raggiunto gran parte dei traguardi sociali ed economici che per noi italiani, europei e americani sono ancora lontane chimere].
Detto questo, si può supporre che Lars Von Trier - in Manderlay - utilizzi la grande metafora degli schiavi negri che vengono liberati e che fanno finta di essere ancora schiavi (perchè evolversi è difficile e faticoso e perchè, in pratica, vivono meglio da schiavi, più comodi, protetti e felici) Lars Von Trier usa questa metafora qui per cercare di indagare un'epoca di libertà sfrenata - libertà forzata, imposta dall'alto, per finalità consumistiche soprattutto - in cui non tutti sono capaci di reggere il peso di tale libertà. Lo sguardo di Von Trier è intenso e acuto, il suo intuito capta delle sensazioni che ci sono nell'aria e che in pochi riescono a spiegarsi. Un qualcosa di molto strano, di inaudito, una sensazione che non si fa ingabbiare in letture superate e ideologiche. Quasi che ci fosse nell'aria - bestemmia! sacrilegio! - una voglia di sottomissione, di schiavitù, di dipendere-totalmente-da-qualcuno-o-qualcosa-che-non-sia-io, un autentico terrore della responsabilità personale (che è diretta conseguenza della libertà). Una voglia di abbandono - che poi è deresponsabilizzazione, schiavitù, dipendenza, anti-autodeterminazione - un rifiuto della consapevolezza e della coscienza, un fuggire da una libertà che noi non abbiamo chiesto e non abbiamo voluto.Con questo (discutibilissimo) teorema si possono spiegare - lasciando stare Manderlay - un sacco di fenomeni: il diffondersi delle droghe e delle sostanze di stordimento; il proliferare di sette, culti e nuove religioni; il fanatismo e/o il groupismo pop e rock; l'amore e l'amicizia ossessiva e dipendente e pericolosa con corollario di violenze, stalking e femminicidio; tutte le dipendenze, le (inserire un termine a caso)-addiction, di tutti i tipi.IL POST E' UN FRAMMENTO DEL "CANTIERE APERTO" SU LARS VON TRIER DI STUPEFATTI BLOG