Il film “Two Men in Town”, dopo la presentazione all’ultima Berlinale, arriva oggi in anteprima a Milano. Suo il compito di aprire la 24° edizione del FCAAAL, ossia del Festival del cinema Africano d’Asia e America Latina, che ogni maggio ci tiene in compagnia sino alla partenza verso la Croisette più esclusiva della Costa Azzurra.
Al FCAAAL quest’anno le anteprime internazionali sono molte e lo staff si è concentrato nel portare da noi opere di alto livello spiccate in altre kermesse. In concorso a Berlino, e ora evento speciale nella nostra città, “Two Men in Town” chiude la trilogia dedicata all’Islam in Occidente del regista Rachid Bouchareb.
A Nord delle alpi, il film ha diviso le platee siamo ora quindi curiosi di vedere le reazioni del pubblico di casa nostra. Nato come remake del poliziesco “Due uomini contro la città”, di José Giovanni con Jean Gabin e Alain Delon del 1973, oggi andiamo in New Mexico, dove vivono i protagonisti della nuova versione della storia: un ex-galeotto cresciuto dietro le sbarre, il suo agente di custodia, lo sceriffo che non perdona e l’ex-socio in affari dai modi molto invadenti.
Forest Whitaker è William Garnett, uomo appena uscito di galera dopo aver scontato 18 anni per l’omicidio del vice-sceriffo. Oggi è un adulto responsabile, intenzionato a cambiare rotta e non tornare più in quel luogo di privazioni. In cella si è diplomato, ha svolto lavori socialmente utili, è stato un detenuto modello e si è convertito all’islam, religione grazie alla quale ha imparato a controllare la rabbia repressa. E, in effetti, una volta reinserito nel mondo reale, con l’obbligo di rimanere nella contea dove tutto ebbe inizio molti anni prima, William dovrà dimostrare di avere la pazienza di un Santo per non reagire alle continue ed estenuanti pressioni psicologiche dello sceriffo (Harvey Keitel), che non l’ha mai perdonato, e dall’ex-socio in (mal)affare determinato a riaverlo al proprio fianco.
Photo: courtesy of 24° FCAAAL
Supportato da una fotografia che esprime tutto il calore e l’aridità di quei luoghi, con una Brenda Blethyn semplicemente perfetta nei panni dell’agente di custodia (per noi la migliore performance della pellicola) personificazione sobria ed efficace della cultura americana, e con un Forest Whitaker che riempie lo schermo grazie anche alla sua fisicità, il film non decolla mai del tutto.
Probabilmente la lunga attesa prima di dare il via agli eventi, l’andamento lento, il non mostrare, il non dire anche in situazioni prevedibili, hanno penalizzato quest’opera in cui capita poco e la chiusura del cerchio avviene tardi. Purtroppo un gran cast, una location perfetta e una buona idea, non sono sufficienti a fare un gran film e “Two Men in Town” ne è la dimostrazione, al punto che spesso la recitazione viene fagocitata dalle inquadrature del vasto territorio circostante.
Con un forte messaggio di fiducia verso le istituzioni, con la convinzione che giustizia sarà sempre fatta e che la pena di morte sia poco efficace, il nuovo lavoro del regista francese pare un’incompiuta. Che peccato!
Il film sarà proiettato questa sera all’Auditorio San Fedele (per i dettagli un click QUI) e domani aspetteremo i vostri commenti
Vissia Menza