Sull'inquadratura di un cielo nuvoloso la voce fuori campo recita: "Questo è quanto io ricordo della storia di un giovane dalla personalità non comune che ebbi la ventura di incontrare in varie fasi della mia vita".
È la scena d'apertura de Il filo del rasoio, film del 1946 diretto da Edmund Goulding con Tyrone Power, Gene Tierney, John Payne, Anne Baxter e Clifton Webb. Ma prima della pellicola c'è l'omonimo romanzo (ripreso al cinema una seconda volta nel 1984 con Bill Murray e Theresa Russell) a raccontarci dell'affascinante storia dell'enigmatico Larry Darrell, giovane americano, promessa di successo, alla ricerca del suo io spirituale. E a dar vita al racconto c'è il suo autore, William Somerset Maugham, narratore di mestiere, con uno stile chiaro e scorrevole, che possiede una capacità descrittiva inebriante, in grado di fornire al lettore gli elementi per la realizzazione di un quadro perfetto dei luoghi e dei personaggi che ne occupano la scena.
È come vedere un film leggendo il libro, e allo stesso tempo avere a disposizione una serie quasi infinita di spunti di riflessione, di dubbi esistenziali accennati dal protagonista ma che il lettore è chiamato, in un certo senso, a fare propri ed a sviluppare per proprio conto senza che nessuno si erga a giudice e stabilisca sentenze valide per tutti. Già nel titolo è racchiusa questa promessa di possibilità continua che è la vita e che, come tale, cela in sé anche la probabilità di farsi male, di tagliarsi proprio su quel filo sul quale tutti siamo chiamati a camminare e che in fondo non è altro che metafora perfetta della stessa esistenza.
Siamo nel periodo che dagli storici è definito come "Nuova Era" americana, quegli anni Venti del '900 che videro gli Stati Uniti alle prese con il boom economico e con una conseguente condizione di benessere generale; per dirla con le parole del libro l'America vive la "più meravigliosa avventura" che il genere umano abbia mai conosciuto. "L'Europa è finita. Noi siamo il popolo più grande, più potente del mondo. Progrediamo a passi da gigante. Abbiamo tutto. È tuo dovere partecipare allo sviluppo del tuo Paese". Ma Larry Darrell sembra sordo a questo richiamo, intento a costruire una felicità personale diversa dal comune sentire e per fare ciò decide di rivoluzionare la sua esistenza, lasciare l'America al suo futuro vincente ed andare alla ricerca dell'ignoto, "di una regola di vita che gli soddisfi la testa e il cuore".
Pertanto Larry sceglie la vita dello spirito, sceglie di perdersi nei sentieri tortuosi che portano alla scoperta del sé, di lasciarsi trasportare da quel tumulto che è l'umanità agitata da interessi contrastanti, in balìa della confusione del mondo e delle possibilità del vivere. Il lettore non può che seguirlo in questo suo percorso alternativo, condotto per mano dallo stesso autore che si fa io narrante e protagonista della vicenda al tempo stesso, e partecipare con lui delle sue così diverse esperienze che lo portano a lavorare in miniera, a passare interi mesi a leggere e studiare per il solo beneficio della conoscenza, a spaccarsi la schiena facendo il mozzo o a partire per l'Oriente alla ricerca dell'Illuminazione. Una ricerca che sembra più forte di tutto e che non si ferma davanti a nulla, nemmeno davanti all'evidente passione della giovane Isabel, emblema puro della società americana e che porta in sé un corollario di agiatezza, mondanità, invidiabile posizione sociale, ambìto da tutti ma non da Larry.
L'aspirante asceta è l'unico a porsi, dunque, al di fuori degli schemi fissi della società dell'epoca, egregiamente ritratta, tra l'altro, nei tanti personaggi che accompagnano e strutturano la vicenda e ai quali è affidato lo svolgersi della vita quotidiana e la rappresentazione dell'antitesi a Larry, con la loro espressione di edonismo e di mondanità.
Sono questi personaggi, che sarebbe riduttivo definire minori e che vanno dalla fidanzata abbandonata Isabel a Elliott, lo zio di quest'ultima, snob e devoto alla mondanità, a Sophie l'amica borderline, che forniscono un quadro completo non solo della vicenda, facendo risaltare con la loro personalità la diversità di Larry, dal quale sono tutti in un certo senso catalizzati, ma anche del periodo, di un' epoca storica che ha visto l'Europa cedere il passo sulla scena politica e sociale e allo stesso tempo l'America cavalcare l'onda del nuovo corso e vedersi trascinare nell'abisso della grande crisi economica, con i sogni di gloria e di potere infranti.
Come a dire che in fondo sul filo del rasoio gli uomini non ci camminano solo come singoli ma anche come collettività. E cadere o riuscire a non farsi male non è cosa da tutti perché come dice lo stesso Maugham in epigrafe al suo libro: "Difficile è il passo sul filo tagliente di un rasoio: così i saggi dicono che ardua è la via della salvezza".