A volte vai, vai, vai. E ti guardi in giro.
A me capita sempre: ti guardi in giro e perdi la rotta, non ricordi neanche se stessi uscendo o entrando: da dove, dove.
E improvvisamente lei ti porge un capo di un filo, lei che pensavi confinata alla tua memoria, ingoiata dallo stesso labirinto, o in attesa là fuori. È accanto a te, non là in fondo, dove non vedi, ti porge quel passo di danza, quello sguardo franco, disincantato, puro.
Con quel filo, una traccia da seguire e la forza per fissare dove vai. Una vita senza orpelli.