Il Finimondo

Creato il 25 settembre 2010 da Hydepank

foglia di gran fico

La signora Baiocchi abita al terzo piano. Sale le scale piano, con le buste della spesa che pesano e il respiro un po’ affannoso. Ha un bel sorriso e invecchia serenamente, regalandosi qualche passeggiata al sole tiepido dell’autunno che incomincia. Vive sola e inganna il tempo che passa tra una visita e l’altra delle figlie, facendo dei gran cruciverba e leggendo rotocalchi. Si è tanto commossa per la dipartita di Sandra Mondaini, che ha raggiunto l’amato consorte nel posto dove si trova. Un grande amore, il loro. La signora Baiocchi, sull’onda della suggestione, voleva ritagliare una bella foto della signora Mondaini e metterla nella bella cornice che aveva vinto alla pesca di beneficenza organizzata domenica pomeriggio in parrocchia, dove aveva dato cinque euro pescando tre bellissimi premi: un ancistrocactus che aveva regalato alla signora Giannini, con cui andava sempre al camposanto a far visita ai poveri mariti; un bel foulard in seta bianco e azzurro stampa floreale e, appunto, una bella cornice metallica con cui per un momento aveva pensato di omaggiare la memoria della signora Mondaini. L’avrebbe appesa accanto al ritratto di Papa Giovanni Paolo II, oppure l’avrebbe messa sul mobile dell’ingresso, con un piccolo vaso di fiori davanti. Dopo averci rimuginato un po’ su, alla fine aveva rinunciato a farlo: le sembrava un gesto pretenzioso, chissà perché.

Quando arrivò la signora Giannini per il tè delle cinque tutto era pronto: il salotto spolverato, il tavolinetto con le tazze e il bricco dell’acqua calda, le bustine di deteinato e quelle del tè Ati, che beveva tutti i giorni, fin dai tempi del carosello col portinaio Baciccia. La signora Giannini non stava più nella pelle: con un fare da cospiratrice si avvicinò alla signora Baiocchi e abbassando la voce bisbigliò: “Signora Baiocchi, c’è una cosa incredibile sul giornale di oggi. Una foto. Di Gianfranco Fini, sa, quel bell’uomo distinto che sembra così serio. Io sono troppo anziana, ma se fossi giovane mi piacerebbe togliermici uno sfizio. Ecco, guardi qua”. Squadernò il giornale davanti agli occhi della signora Baiocchi che faticò a orientarsi, sulle prime. Poi mise a fuoco l’istantanea, un po’ sfocata, che rappresentava il Presidente della Camera in costume adamitico. Con tanto di foglia di fico… Osservò attentamente la foto, con il presidente immortalato mentre si toglie il costume da bagno, proteso in avanti mentre un raggio di sole lo illumina da dietro, quasi a proteggerne la virtù. Non senza rimpianto notò la foglia di fico con cui il giornale aveva voluto risparmiargli l’imbarazzo, apparentemente. Una foglia perfida, che mirava a mettere in evidenza maggiore la nudità dell’uomo che ergeva il suo petto a difesa della democrazia. E che petto, lo si poteva ammirare in tutto il suo fascino! La signora Giannini era in brodo di giuggiole, la signora Baiocchi ricordava, però, altre foto che, sui rotocalchi meno paludati, avevano ritratto in passato, nudi, Montezemolo e Casini. E senza foglia di fico… Nudità che avevano imbarazzato non poco la signora Baiocchi, convinta che i politici dovessero essere morigerati per davvero. Mentre versava l’acqua bollente nelle tazze per preparare il tè non riuscì a impedirsi di ripensare al giovane corpo nudo del povero marito. Un ricordo che si perdeva nella nebbia del tempo. Pensò poi di usare la cornice negata alla Mondaini per metterci la foto di Fini. Ma fu un attimo, scacciò via il pensiero inorridita e si diresse verso la cucina. Aveva dimenticato il limone.


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