TRAMA: Isabella ha conosciuto l'estasi d'amore, e le pene che a essa si accompagnano. Orfana, protetta dal futuro re Riccardo III, è con lui che per riconoscenza si schiera nella cruenta guerra che strazia l'Inghilterra. Ma l'affascinante e tenebroso marito che le hanno imposto, e che lei sembra incapace di amare, combatte per la fazione avversa.
PUBBLICATO DA: Euroclub (1985); seconda Ristampa Edizioni Sonzogno (2002)
VOTO: 6.5
GIUDIZIO: Ho comprato questo libro spinta dall'entusiasmo provato leggendo "La luna sulla brughiera" di Rebecca Brandewyne. Il libro aveva una trama così particolare e avvincente e i personaggi erano stati intessuti così bene che la prima cosa pensata dopo aver letto la parola fine è stata quella di dover appropriarmi di qualche altro libro di questa scrittrice. Purtroppo ho scoperto che Rebecca Brandewyne è poco pubblicata in Italia e apparte il libro letto da me letto tutti gli altri sono fuori produzione.
Qualche tempo fa però sono venuta a conoscenza del sito di libri usati del quale ho parlato QUI e ho acquistato finalmente Il fiore dell'estasi.
Purtroppo una volta cominciata la lettura mi si è presentata davanti una storia banale, vista e rivista anzi mi ha anche un po infastidita. Isabella quando si incontra per la prima volta con Warrick, il protagonista maschile, ha tredici anni (e comunque sia per tutto lo svolgimento del romanzo rimane sempre sui quattordici quindici anni) e sinceramente sentire parlare di come lui le notava i seni e tutti i modi in cui se la sarebbe portata a letto mi ha fatto un po' di ribrezzo. Va bene che all'epoca si sposavano anche bambini ( la storia è ambientata alla fine del quindicesimo secolo) però leggere cose sessuali con protagonista una tredicenne non mi è andato congeniale.
Il personaggio che mi h colpita di più è il fratello del protagonista, figura irriverente e ironica che ogni tanto qualche sorriso te lo strappa. La fine della storia si fa più interessante però la scrittrice conclude il tutto frettolosamente e senza approfondire l'argomento.
Che dire, do al romanzo un sei e mezzo strappato sopratutto grazie al modo fluido di scrivere della Brandewyne.