Il flamenco, una questione matematica
Creato il 24 ottobre 2013 da Rottasudovest
La stretta relazione tra la musica e la matematica è cosa nota da tempo: i
suoni musicali hanno un carattere periodico, così come il loro ritmo, i tempi,
la disposizione delle note, le armonie e le vibrazioni degli strumenti; tutto
può essere tradotto in numeri e modelli matematici. E' un rapporto che
affascina il matematico sivigliano José Miguel Díaz Báñez, che unisce così
due delle sue passioni più grandi, la matematica, per l'appunto, e il flamenco.
"Usare il linguaggio matematico per analizzare le proprietà della musica
non è niente di nuovo, ma è innovatore se si usa per il cante flamenco, che
non ha partiture" ha spiegato ai media spagnoli.
Il flamenco non segue, generalmente, la preparazione accademica standard, per
cui le ricerche sull'analisi musicale flamenca sono piuttosto limitate, però Díaz
Báñez sottolinea come, "anche se si tratta di una musica molto caotica, anche il flamenco abbia anche le sue regole, il cantaor sa cosa deve cantare, mantiene le sue note e le
sue regole, affinché la sua voce si inserisca nella musica, ma non sa bene
quello che sta facendo, il processo è intuitivo. Noi invece vogliamo saperlo e
per questo usiamo la matematica". Il progetto si chiama COFLA (Análisis
Computacional de Música Flamenca) ed è seguito da ricercatori, informatici,
musicologi, storici del flamenco e matematici quasi gratuitamente perché
"le sovvenzioni che si danno al flamenco vengono utilizzate per gli
spettacoli e i concerti, non per la ricerca".
L'idea è cercare impronte simili nei cantes, analizzare le caratteristiche
musicali del ritmo, in modo da poter raggruppare i diversi modi del cantare nel
flamenco. Per questo sono stati elaborati programmi informatici ad hoc, in grado
di estrarre automaticamente le proprietà musicali del flamenco, senza
l'intervento umano. Si tratta, insomma, del primo grande tentativo di codificare
il flamenco.
Gli studi delle relazioni tra matematica e flamenco hanno risvolti davvero
interessanti. Per esempio, trattando la musica come specie biologiche, i
ricercatori hanno sviluppato una sorta di albero genetico sull'evoluzione dei
ritmi del flamenco, con cinque rami principali: fandango, soleá, bulería,
seguiriya e guajira. "Il modello ritmico o compás (battuta) sarebbe il
codice che contiene l'informazione genetica di ogni stile" come spiega Díaz-Báñez.
Analizzando i ritmi, attraverso la distanza cronotonica, generalmente usata
negli studi di fonetica, e il cambio del ritmo, recentemente utilizzato per
studiare i ritmi africani, si è arrivati a conclusioni curiose. I modelli
matematici hanno infatti permesso di concludere che certi ritmi flamenchi amano
"l'asimmetria ritmica", legata all'idea del silencio alargado,
presente nelle bulerías e nelle soleares; la ricerca sembra inoltre confermare
che il fandango potrebbe essere la fonte di tutti i ritmi flamenchi, con un
ruolo particolare per la guajira, uno stile emigrato a Cuba e da qui tornato al
flamenco "avvolto in modi musicali latinoamericani".
Recentemente José Miguel Díaz-Báñez ha
pubblicato un articolo, Sobre problemas
de matemáticas en el estudio del cante flamenco, su La Gaceta de la
Real Sociedad Matemática Española, in cui mette in relazione la
matematica e il flamenco in una serie di problemi, utilizzati per studiare la
natura del flamenco e, allo stesso tempo, per offrire chiari esempi di studio
della matematica. E' una serie di problemi che può aiutare a svolgere il lavoro
docente e divulgativo per l'insegnamento della matematica e per ampliare la
conoscenza dei profani non solo della matematica, ma anche del flamenco.
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