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Il font del giorno: Aida serif (un omaggio a Manfred Klein)

Da Iwebdesigner @Iwebdesigner_it

In questa rubrica, si è più volte sottolineata l’importanza della scelta del font per accompagnare, enfatizzare o, all’occorrenza, anche dialogare dialetticamente con l’impostazione della pagina e i contenuti. La familiarità con i fonts più recenti e con le tendenze correnti è naturalmente basilare; tuttavia, anche la rivisitazione di figure storicamente importanti e dei loro lavori può servire sia ad arricchire la propria tavolozza, sia ad approfondire la consapevolezza degli strumenti a disposizione e dei loro usi (attuali o potenziali).

Omaggio a Manfred Klein

Manfred Klein è indiscutibilmente una di queste figure. Nato nel 1932 e formatosi nell’immediato dopoguerra, Klein ha attraversato tutta le seconda metà del XX secolo e l’inizio del XXI, dal periodo in cui i fonts erano ancora oggetti fisici (spesso di piombo!) alle prime e ormai mitiche fasi dell’informatizzazione tipografica, dominate dalla frenesia di scandire e digitalizzare l’eredità delle epoche precedenti, alla definitiva affermazione delle tecnologie attuali. Per esempio, lo stesso Klein è stato uno dei primi (se non addirittura il primo) a digitalizzare i caratteri usati da Gutenberg per le sue Bibbie.

Egli è soprattutto noto per i fantasmagorici dingbat, dall’improbabile (sculture greche!) al demenziale (a volte veri e prorpi scarabocchi). Ma fra i suoi contributi vi sono anche molti font ‘normali’, a volte decorativi, a volte per testo. Caratteristica costituente della sua figura è l’alto numero di fonts che Klein ha reso disponibili gratuitamente, e che si contano letteralmente a centinaia. È possible farsi una prima idea della statura di Klein dalla pagina che Luc Devroye (il San Luca Evangelista dei fonts…) ha raccolto su di lui o dalla Hall of Fame che fontplay.com gli ha dedicato per i suoi 70 anni.

Font serif

Font Aida serif

Entrando nello specifico, il nostro Aida serif illustra bene alcune delle caratteristiche essenziali di molti fonts di Klein: l’alternanza e, a volte, la compresenza di solidità e eccentricità. Indiscutibilmente più corposo della media dei fonts più attuali (il font è del 2001), Aida serif, con il modesto contrasto fra tratti spessi e tratti sottili e l’altezza delle minuscole relativamente grande, non nasconde certo la sua solidità, ma quanto a serif… le grazie ci sono, certo, anche là dove uno non se le aspetterebbe (‘V’, ‘W’), per mancare invece in punti più ‘canonici’ (per esempio, mancano tutte le grazie superiori). Klein non si fa scrupolo di contraddire la usuale impostazione quadrilineare dell’alfabeto latino (soprattutto per un font con grazie!) con le troncature diagonali delle aste (svasate!), come nella ‘K’, ‘R’, ‘X’ o ‘Y’.

Free font

Le sorprese non mancano in questo font all’apparenza così ‘innocuo’, ma sono ben orchestrate in un impressione generale di posatezza. Anche una analisi veloce come questa fa capire le connotazioni che possono essere associate ad Aida serif e guidare nelle scelte tipografiche: solidità, s’è detto, una austerità un po’ ruvida forse, ma anche guizzi di auto-ironia e di anti-conformismo.


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