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Il Foro e le vestigia romane

Creato il 30 agosto 2011 da Witzbalinka

Se è vero che Roma è una meta obbligatoria per qualsiasi viaggiatore avido di arte, ciò che resta dell’antico Foro Romano dovrebbe essere una visita raccomandata per tutti gli studenti (almeno quelli di questa parte di Occidente), per le lezioni sull’esistenza umana che questo luogo offre.

foro romano

Cos’è il Foro? Fondamentalmente quello che oggi è conosciuto come Foro Romano, visto che a Roma esistono altri “fori”, era il grande spazio pubblico della città. In esso si riunivano i commercianti locali, il parlamento ed il senato politico, vi si trovavano templi sacri, luoghi di svago e di scambio (incluso un bordello). Affinché il lettore si faccia un’idea, si trattava del corrispondente dell’Ántichità degli Champs-Elisée di Parigi (compreso il Louvre), o la 5th Avenue di New York senza togliere né un museo, teatro, biblioteca o ufficio. Situato tra il Colosseo ed il Monte Capitolino, come accade in tutte le città antiche e moderne passò ovviamente per i suoi processi di ristrutturazione, adattamento ed abbellimento. Ogni atto non privato doveva svolgersi qui. Detto questo, è superfluo aggiungere che il Foro Romano è sinonimo di ciò che resta dell’Impero Romano a Roma, pen poco a giudicare dalla grandezza e dalle conquiste (sia culturali che tecniche) realizzate in quasi 1000 anni di vita di questa civiltà, base di quella occidentale attuale.

Il Foro, come tutta Roma, venne abbandonato al suo destino a metà del V secolo. La città perse il suo potere, la popolazione si ridusse drasticamente, le comunicazioni con l’esterno vennero tagliate, le manifestazioni culturali (a parte qualche atto liturgico cristiano) morirono completamente, mentre le malattie, la mancanza d’igiene e di cibo falciavano la già scarsa popolazione. Di fronte a questo scenario, quella che un tempo era stata una spettacolare zona pubblica venne totalmente abbandonata, coperta di rifiuti, mentre gli edifici che vi si trovavano (che cadevano letteralmente a pezzi vittime dell’inclemenza, del logorio e dei terremoti) contribuivano con le proprie pietre ad ingrandire la discarica.

Ogni volta che dimentichiamo qualche angolino delle nostre città dobbiamo ricordare questo scenario apocalittico, che ci mette in guardia per conservare la parte migliore che gli esseri umani hanno creato lungo la Storia. Detto questo con tono quasi di denuncia, a partire dal XIV secolo le autorità papali, ecclesiastiche e nobiliari della città inziarono nuovamente ad occuparsi del Foro. Ma non per conservarlo o imparare da quella civiltà, bensì per usarlo come miniera da cui ricavare le pietre per nuovi monumenti (Vaticano compreso). Per fortuna non mancano mai le voci di dissenso, tra esse quelle di molti intellettuali, incluso Michelangelo, che si mettevano le mani nei capelli davanti a tanta incuria e devastazione.

Bisognerà attendere fino al XIX secolo per veder avviare gli scavi sistematici diretti al recupero archeologico. Si tratta di lavori che seguono anche oggi, e che hanno portato alla luce una infinità di rovine di ogni genere. L’Arco di Settimo Severo, la Basilica de Constantino, la Casa delle Vegini Vestali, l’Antiquarium Forense (un museo), il Tempio di Saturno, la Basilica Aemilia…

 


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