“Ce l’ho sulla punta della lingua! C’est difficile! II futuro di venire …”
“Sì …”
“Je verrai, vous verras, il verrà. Glielo ho fatta…”
“Tutti, tutti ci cascano … Je verrai è il futuro di voir, vedere! Io verrò fa Je viendrai”.
“Je viendrai! Sì, sì! Je viendrai! Dice verrai, dice… Verrai non esiste. Je viendrai! Je viendrai!”
“Basta! Mi traduca ora questa frase: Il giardino di mia zia è pieno di fiori”.
“Le jardin… Le jardin… Le jardin de ma mère…”
“Io ho detto di mia zia, non di mia madre”.
“Je suis désolé monsieur le professeur… Excuse me colonnel … Je fait confusion … Siccome era mia madre che aveva il giardino … Mia zia abitava al terzo piano …”
“Non faccia lo spiritoso!”
“Je l’ai dit pour la cronaca, è vero..”.
“Risponda alla domanda, traduca!”
“Le jardin… Le jardin… De la soeur de ma mère…”
“Le ho detto mia zia!”
“Eh … Beh … La sorella della mamma è la zia …”
“Mia zia! Traduca”.
“Le jardin…De ma zi…”
“Zi?”
“Zii”.
“Zii?”
“Ziii…”
“No!”
“No”.
“E allora?”
“Osteria, c’est difficile …”
“Mia zia si traduce in ma tante!”
“Ma tante! Sì, sì, sì! Ma tante! Stavo appunto dicendo, ma tante”.
“Le jardin de ma tante è pien…”
“Plein”.
“Pien, plein…Si può dire pien, plein, sont égale…”
“Sont égale un corno! Pien non esiste, si dice plein!
“Ma… professeur, Madame Iolanda, non so se la conosce… “
“No, non la conosco”.
“Ecco, appunto non la conosce… Mi ha detto che si può dire in tutti e due i modi, vero, pien, plein. Sont’égale, sont’égale …“
“E’ una bella ignorante la sua professoressa”.
“Come, la mia professoressa è francese ha vissuto sempre in Francia, è vero. Lei è stato in Francia?“
“No”.
“Io sì, sono stato 15 giorni a Parigi. Ho diretto il traffico a le Champ-Élysées!”
“Si dice chans Elysé”.
“Champ”.
“Chans”.
“Chans”.
“Già!”
“Champ no”.
“No! Caro giovanotto, andiamo piuttosto maluccio, abbiamo studiato pochino …”
(…) (…) (…)
“Mi dica piuttosto i giorni della settimana”.
“In francese, vero? “
“ In italiano li saprà …”
“Ecco appunto, madame Iolanda, ma professeur, per insegnarci i giorni della settimana ci ha fatto studiare una canzoncina che si chiama … I giorni della settimana… Lundi conobbi una ragazza e le mardi le dichiarai il mio amor. Le mercredi sposammo immantinente e poi partimmo tutti e due allegramente.
Le jeudi già mi stancai di lei e vendredi vederla più non potei.
Le samedi pensai e ripensai. E alla dimanche la testa le tagliai …”
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La regia è di Mauro Bolognini (su sceneggiatura di Ettore Scola, Nicola Manzari e Ruggero Maccari) e gli interpreti principali, nell’ordine dei rispettivi ruoli presenti nel titolo, sono Sordi, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi e Gino Cervi.