IL franchisig in Italia stà bene tranne quello immobiliare

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Da Repubblica ; IL CROLLO DEL MERCATO DELLE CASE HA PRODOTTO UN CALO DEL FATTURATO DI 215 MILIONI DI EURO RISPETTO ALLO SCORO ANNO CON LA CHIUSURA DI 883 PUNTI VENDITA. MEGLIO SONO ANDATI I SERVIZI, GLI ARTICOLI PER LA PERSONA E IL COMMERCIO SPECIALIZZATO
Milano I l franchising non è esente da crisi, e non è la panacea dei mali che affliggono il sistema distributivo italiano. Ma certamente rappresenta un elemento di alta flessibilità. Questo aspetto è confermato dalla lettura dei principali indicatori del franchising in Italia, i quali evidenziano una resistenza del sistema nazionale di fronte ad un periodo di recessione eccezionale. I dati dichiarati nella rilevazione dell’anno 2012 hanno riportato una diminuzione del fatturato di 162 milioni di euro, pari ad un decremento dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Sebbene modesto, rappresenta un dato che rispecchia l’attuale fase critica e che, tuttavia, evidenzia comunque un’apprezzabile capacità di resistenza alla crisi da parte delle reti italiane. E’ bene ribadire a questo proposito come il dato sul volume di affari è stato influenzato negativamente dalle agenzie immobi-liari, le quali l’anno scorso hanno registrato complessivamente una perdita di oltre 215 milioni di euro, a cui si deve aggiungere una diminuzione di 883 punti vendita in franchising e 2483 occupati. Senza la forte contrazione, legata al calo del settore immobiliare, il giro di affari dell’intero franchising italiano avrebbe avuto un contenuto incremento (+0,2%), così come il numero di punti vendita (+1%) ed anche gli occupati sarebbero stati in area positiva. Le reti di franchising sono cresciute di 60 unità. L’incremento del 6,8% delle insegne operative in Italia, oltre
ad evidenziare la vitalità del sistema franchising italiano, testimonia anche la propensione degli imprenditori a scegliere questa formula come modalità di fare impresa. Nello specifico, si segnala come nel comparto della ristorazione siano nate 33 nuove insegne, di cui 10 riconducibili alla costituzione di nuove gelaterie, mentre 15 nuove insegne sono riconducibili al settore emergente delle sigarette elettroniche. Ora analizziamo il sistema merceologico del franchising per “aree Nielsen” in Italia, le quali non sono altro che delle aggregazioni di regioni che rappresentano caratteristiche e peculiarità abbastanza omogenee (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole): Servizi: nel settore — anche nel 2012 — si concentra il maggior numero di reti (pari a 461), incrementate di 29 unità rispetto al precedente anno; l’incidenza sul valore totale è risultata pari al 49,15%, pressoché invariata rispetto al precedente anno. Articoli per la persona: si colloca, a conferma dei dati degli ultimi anni, in seconda posizione, con un’incidenza del 24,63% sul totale corrispondenti a 231 reti. Commercio specializzato: si è attestato in terza posizione, con un totale di 126 franchisor ed un’incidenza del 13,43% sul totale. Tale dato è incrementato di 27 unità rispetto al 2011, anno nel quale le reti operative sono state 99. Articoli per la casa: consolida la quarta posizione, nonostante la sua incidenza sul totale nazionale sia scesa dal 4,9% del 2011 al 3,94% del 2012 con una perdita di sette reti. Commercio alimentare specializzato: si attesta alla quinta posizione, con un valore complessivo di 46 reti. Il dato conferma una leggera ripresa del settore con un incremento, rispetto al 2011, di 9 reti a dimostrazione della capacità dello stesso di resistere alla concorrenza della grande distribuzione organizzata. Commercio non specializzato: il settore evidenzia per il 2012 una leggera flessione del numero di reti attive (-3), con un’incidenza del 3% circa sul dato nazionale. Costruzione e manutenzione: il comparto si è mantenuto stabile con 9 reti attive. Un commento a parte merita la categoria “reti estere senza sede legale in Italia”, che si concentra in due settori: servizi, con 17 reti, pari al 50% di tutte le reti rientranti in questa tipologia; articoli per la persona, con una presenza di 11 reti, pari al 32,35% del valore totale delle reti estere senza sede legale in Italia. Tra i dati che maggiormente offrono spunti di riflessione sul fenomeno franchising, certamente rientrano le rilevazioni sul fatturato, indicatore che consente di valutare lo stato di salute del comparto. Qui riportiamo i primi 5 settori per importanza: Gdo Food-Alimentari: si conferma anche per l’anno trascorso come il più redditizio, con un valore della produzione pari a 7 miliardi di euro ed un peso sul fatturato totale del 30,06%. Prodotti servizi specialistici: con un’incidenza del 9,49% sul dato nazionale, si conferma al secondo posto della classifica nazionale. Ciò è dovuto alla buona performance delle reti già presenti ma in misura notevole anche all’ingresso di nuove reti e nuove tipologie merceologiche e di servizio non includibili negli altri settori. Abbigliamento uomo-donna: con un peso di 6,43 punti percentuali sul totale è in calo di 0,32 punti rispetto al 2011. Ristorazione rapida, pizzerie, caffetterie: ha un’incidenza del 6,10% sul confronto nazionale ed un lieve incremento di 0,02 punti rispetto al 2011 Si evidenzia, inoltre, che i primi sette comparti, che includono anche le agenzie di viaggio (1,4 miliardi di euro) e l’intimo (1,3 miliardi di euro), gli stessi del 2011, diversamente posizionati, rappresentano il 68,2% dell’intero fatturato nazionale. Questi sono anche i settori che superano la soglia del miliardo di euro di fatturato, con la sola eccezione del settore delle agenzie immobiliari (960 milioni di euro), come riportato precedentemente, in contrazione rispetto al 2011 di 2,03 punti percentuali, in totale armonia con la crisi del comparto industriale delle costruzioni. Si può, dunque, concludere che i primi sette settori rappresentano il motore trainante del settore franchising nel nostro Paese. (v.d.c.) [ ARTICOLI PER LA CASA ] [ COMMERCIO ALIMENTARE ] [ PIZZERIE ] Sono molti i settori del commercio che interessano il mondo del franchising e che vedono percentuali di crescita nonostante la crisi
DA REPUBBLICA.IT DEL 5 NOVEMBRE 2013


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