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Andrea Mancini, a molti anni del 1979, quando scrisse un libro su don Giancarlo Ruggini, è tornato, per l'occasione del quarantennale della sua morte, ad interessarsi del grande sacerdote, a lungo animatore della vita teatrale di San Miniato.
Questa sera, quale appuntamento dell'annuale rassegna del Frantoio Parlante, nell'Oratorio di San Rocco, in piazza Buonaparte, ha messo in scena un’opera teatrale dal titolo: dialogo tra don Ruggini e la Morte.
L'amica Silvia Bagnoli da voce alla "morte", che dialoga con Andrea Giuntini che da voce a don Ruggini.
Don Ruggini si fece prete dopo essere tornato dalla campagna di Russia, era figlio del segretario comunale di Empoli, che morì nell’eccidio del Duomo di San Miniato. Dal 1948 prese in mano le redini dell’Istituto del Dramma Popolare, la cui storia si intreccia con quella del teatro italiano, nel bene come nel male. Questo “teatro dello spirito”, molto distante, almeno all’inizio, dalla ufficialità, subì spesso contrasti anche durissimi, portando avanti un sogno che sembrò trovare qualche concretezza solo con la stagione del Concilio.
Don Ruggini, mitico insegnante per molte generazioni di allievi, morì improvvisamente quarant’anni fa, il 15 dicembre 1973, nella sua scuola, il Liceo Scientifico Marconi di San Miniato.
A fine spettacolo ci sono state una serie di testimonianze sul sacerdote, di allievi, amici e soprattutto di Renato Granchi, che gli fu a fianco per molti anni e che racconterà anche aspetti meno noti della sua straordinaria vicenda umana.
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