Di spalle, un uomo seduto nella penombra, voci intorno a lui... inizia così il raffinato quanto potente monologo applauditissimo al Teatro Kopó.
IL FULMINE NELLA TERRA. IRPINA 1980 di Mirko di Martino è un bello spettacolo di teatro civile che ha il grande pregio di disegnare un percorso completo e complesso circa ed intorno ad un forte accadimento che ha segnato gli anni ’80, il terremoto nella Valle del Sele.
23 Novembre 1980, si gioca la partita Inter-Juve e la terra in Irpinia trema forte. La vita è uno scontro tra forze reali, fittizie, nascoste, interiori, esteriori, naturali, umane, si vince o si perde, sempre.
Rappresentazione sia individuale quanto sociale, spesso contrassegnata anche da sottile ironia, la pièce ben scritta, ben diretta, molto ben interpretata assurge a narrazione di elevato pregio, in grado di arricchire del suo contenuto la memoria pubblica. Facilmente decifrabile in vari andamenti ben composti, lo spettacolo riesce a palesare alle varie sensibilità l’importanza del non dimenticare mai quello che di veramente grave accadde insieme al terremoto e che ne acuì la sua potenza distruttiva, sopra ogni cosa: le negligenze, le mancate risposte, le assenti reazioni. In modo semplice ed armonioso si attraversano i vari episodi connessi alla catastrofe, dall’improvviso inizio, lungo poi il suo terribile sviluppo . Una tragedia umana, personale, collettiva e nel contempo un ricordo, un racconto di quegli anni, anche leggero, spensierato, che ininterrottamente entra in vicende forti, di morte, di pietà, di solidarietà. Tra continue sfumature si spinge oltre, di notte in notte, la povertà che avanza, le sensazioni che si fanno più intime, le denunce più chiare, le emozioni più possenti. Per un’unica vicenda molteplici linee guide che si connettono e riconnettono. Stralci umani, che ridefiniscono il significato di tragedia attraverso differenziati punti di vista spesso anche in contrasto tra loro.
La drammaturgia scritta dallo stesso regista Mirko di Martino, è decisamente eccellente, non indugia mai, non lascia nulla al caso, a tratti poetici, in altri momenti cruda, spesso ironica ma con moderazione ed accortezza, e disegnata in modo da alternare cambi di tono, di ritmo, di tempo, piccoli, grandi salti anche concettuali senza mai perdere la centralità dell’accaduto.
La messa in scena si muove all’interno di una scenografia scarna, una sola sedia, e cerca l’amplificazione del sentimento solo in determinati momenti, sottolineati spesso da intensi cambi di luci. L’andamento rappresentativo mantiene sempre un bel rigore espressivo che potrebbe forse essere lasciato sfogare anche leggermente di più.
Con un’ottima recitazione, molto pulita, si presenta al pubblico Orazio Cerino, bravo interprete di un testo difficile. Il carismatico attore facendo accorto uso della mimica nei momenti giusti calibra bene i numerosi passaggi drammaturgici, s’identifica ora in narratore, poi in personaggio, divenendo sentimento stesso, e senza mai creare stacchi o cambi bruschi, costruisce un armonioso fluire.
In quel senso di disperazione ed abbandono che incede nel racconto della catastrofe, la neve cade lieve, quasi a coprire tutto, sino a rimanere viva solo la memoria dei sopravvissuti da trasmettere per sempre.
IL FULMINE NELLA TERRA. IRPINA 1980 Autore e regista:Mirko di Martino Interprete:Orazio Cerino Aiuto regia:Melissa di Genova Molto interessante l'operazione di raccogliere la drammaturgia in una pubblicazione. IL FULMINE NELLA TERRA. Irpinia 1980 Racconto teatrale per sola voce con brani inediti Autore: Mirko Di Martino I Libri dell'Osso - Teatro dell'Osso (2013. Avellino)
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