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Il Fundraising crossmediale

Creato il 10 ottobre 2015 da Dmfastprint @dmfastprint

cross-media

Il 21 giugno 1960 nasce nello Stato di New York, The National Society of FundRaisers.
Sono cambiate molte cose da allora, il settore Media & Communication, così come altri settori, ha contribuito non poco a modificare i bisogni delle persone, il loro stile di vita, la percezione di ciò che le circonda.
Il modo di fare fundraising ha dovuto di volta in volta confrontarsi ed evolversi in relazione ai piccoli cambiamenti che nel loro succedersi hanno generato vere e proprie svolte epocali.
C’è qualcosa però che è rimasta costante nel tempo, qualcosa che riguarda le emozioni delle persone ed i loro sentimenti più profondi, è proprio da questa consapevolezza che il fundraising trae la propria ragion d’essere.

INTRODUZIONE AL FUNDRAISING CROSSMEDIALE

Raccogliere fondi per la realizzazione di un progetto significa coinvolgere emotivamente il potenziale donatore. Casi che hanno fatto scuola (vedi Unicef e Lega del Filo d’Oro), insegnano che una story telling coinvolgente ed appassionante è il primo passo per qualsiasi iniziativa di fundraising destinata al successo.
Convincere qualcuno a fare una donazione spot non basta per potersi ritenere soddisfatti, si potrà parlare di risultato raggiunto solo quando questo qualcuno diventerà fedele alla causa con donazioni costanti nel tempo. Greenpeace ha fatto di questa regola uno degli elementi principali della propria mission aziendale.

IL FUNDRAISING CROSSMEDIALE

Gli strumenti per veicolare il proprio messaggio alla gente sono aumentati con il progresso tecnologico, nessuno di questi mezzi può essere trascurato in un progetto di fundraising. Con il termine crossmediale si intende l’utilizzo integrato e coordinato dei diversi mezzi di comunicazione (mail, web, smartphone, social media) volto al raggiungimento di determinati risultati.
Ogni canale di comunicazione deve , in modo sinergico, sostenere e favorire gli altri canali utilizzati.

CONOSCENZA DEL DONATORE

Il fundraising crossmediale deve condurre alla conoscenza profonda di ogni singolo donatore, i data base oggi a disposizione forniscono delle indicazioni ben precise. Pochi sann, per esempio, che l’informazione più cliccata prima di una donazione è il “chi siamo”, il donatore vuole conoscere la struttura organizzativa che gestirà il suo denaro.
Le News Letters di aggiornamento delle attività svolte contribuiscono ad accrescere la fedeltà.
La trasparenza totale attraverso la pubblicazione dei bilanci online è un imprescindibile punto di forza.
Il coinvolgimento del donatore all’interno della struttura organizzativa in qualità di volontario è una pratica molto gratificante e coinvolgente.

UTILI CURIOSITA’

– Il passaparola realizzato attraverso i social network (mentioning) è un’opportunità in quanto ancora poco utilizzato.
– Il Direct Marketing è la tecnica con la quale si ottiene il maggior numero di donatori (nel 60% dei casi attraverso questa tecnica si entrerà in possesso anche del prezioso numero di telefono).
– Il face to face aumenta il valore delle donazioni (questo tipo di approccio è servito a numerose associazioni tra le quali Amnesty International, ad uscire da un momento di crisi registrato negli anni novanta)
– Le campagne che prevedono l’utilizzo delle mailing list hanno ancora efficacia solo se elargiscono premi e regali.
– Google ha reso disponibile un servizio utile a chiunque voglia cimentarsi in un’iniziativa di fundraising, il nome è Best practice for non profits.

Articolo originale: Il Fundraising crossmediale.

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