Si chiama Liu Xiaozhen, ha 70 anni, ed è funzionario amministrativo della provincia dello Hunan, nel sud della Cina.
Ma non è un impiegato qualunque.
Il suo lavoro? Controllare il materiale cinematografico sequestrato dalla polizia e verificare se viola le durissime leggi cinesi sulla pornografia.
La storia particolarissima di questo uomo è stata narrata dal Washington Post.
Nel suo ufficio in cui lavora con altre tre persone arrivano i film sospettati di contenere sequenze pornografiche: egli, da bravo impiegato, deve visionarli tutti dall'inizio alla fine. Così prevede il protocollo. Molto spesso, infatti, gli autori di pellicole a luci rosse tentano di aggirare la censura "nascondendo" le scene hot all'interno di film "normali".
In Cina la pronografia è illegale: la pena prevista per chi produce e distribuisce materiale pornografico arriva fino a 3 anni di carcere. Tuttavia il materiale pornografico è abbastanza diffuso, solitamente l'acquisto avviene dai rivenditori ambulanti agli angoli delle strade.
Per questo le autorità cinesi combattono il mercato nero del porno con uffici appositi e con impiegati come Liu cui tocca la sorte di visonare scene di sesso per otto ore al giorno. Il mercato del porno è in continua evoluzione, ma anche le tecniche di censura cinesi si sono taylorizzate: "All'inizio l'ufficio in cui si lavorava era piccolo e guardavamo i film tutti insieme, invece adesso ogni funzionario guarda da solo i film che gli sono assegnati e alla fine ne fa una relazione".
Capita così non di rado che Liu e colleghi debbano guardare più di 700 film porno a settimana, dall'inizio alla fine, con la massima concentrazione.
Una prestazione da guinnes dei primati.I film vengono catalogati per categoria, proprio come su YouPorn, e anche per grado di illegalità: alcuni sono considerati "osceni del tutto", altri, in cui le scene di nudo o di sesso sono magari accompagnate da un filo di storia, sono "un gradino sotto, anche se non possono essere considerati delle opere d'arte".
Nel 2008, il censore Liu Xiaozhen ha ricevuto un prestigioso premio nazionale, per aver scritto un saggio sul suo strano lavoro.