(Out of the furnace)di Scott Cooper (Usa, 2014)
con Christian Bale, Casey Affleck, Willem Dafoe, Woody Harrelson, Forest Whitaker, Sam Shepard, Zoe Saldana
durata: 116 min.
★★☆☆☆
La classe operaia non va in Paradiso. Russell Baze (Christian Bale) prova a sbarcare il lunario sgobbando come un mulo in un'acciaieria. Il suo misero stipendio deve bastare anche per accudire il padre morente e per aiutare il fratello minore Rodney (Casey Affleck), ex marine traumatizzato dalla guerra in Iraq e travolto dai debiti. Russell è il classico americano onesto, idealista e integerrimo: ma quando Rodney, invischiato in un brutto giro di scommesse clandestine, viene ucciso barbaramente dai suoi spietati creditori, non ci penserà due volte a buttare a mare i suoi princìpi morali e cercare di farsi giustizia da solo.
Diciamocelo: pur senza pregiudizi e con la massima apertura mentale possibile, è francamente difficile pensare a Scott Cooper come il Ken Loach d'oltreoceano... insomma, penso che ognuno debba fare quello che sa fare, e se film come questo capitano nelle mani sbagliate la ciofeca è sempre dietro l'angolo. Ovviamente il discorso non vale solo per Cooper ma per la produzione hollywoodiana in generale, poco avvezza a trattare temi come questi.Nel caso de Il fuoco della vendetta, a dire il vero, non si può neanche dire che il risultato finale sia terribile: più che un film sbagliato, infatti, si tratta di un film innocuo, che rimuove (quasi) immediatamente ogni tentativo di analisi sociale per concentrarsi, come è logico, sull'aspetto spettacolare. E' una classica storia americana, che riprende il tema non certo originalissimo dell'uomo comune, trascinato suo malgrado in una spirale di violenza e regolamento di conti.
Peccato però che alla fine la montagna partorisca il topolino: a fronte di un cast stratosferico, infatti, non corrisponde una resa artistica altrettanto di livello. Complice una sceneggiatura estremamente rigida e stereotipata che schematizza troppo i personaggi principali finendo per dividerli in maniera fin troppo semplicistica tra buoni e cattivi (in questi ultimi si distingue egregiamente Woody Harrelson), e riducendo il film ad un timido noir proletario, scontato fin dall'inizio, dove i pochi pregi (un uso della violenza ricorrente ma non gratuito, un'ottima colonna sonora) vengono vanificati da una messinscena ordinaria e poco incisiva, che non evita nemmeno qualche brutta caduta di stile: il patetico omaggio a Il cacciatore, con Russell che rinuncia a sparare al cervo durante una battuta di caccia, potevano anche risparmiarcelo...






