La prima impressione è che Matteo Renzi sia rimasto intrappolato, senza averlo capito, in un libro di Stephen Hawking; ma perchè il nostro premier non perde occasione per parlare - spesso attraverso immagini tanto ardite quanto antiscientifiche - del domani? Perchè il Bomba sembra tonto ma, a dispetto delle apparenze, non lo è per nulla: Renzi ha capito che in un paese atterrito dal presente il sistema più pratico per ottenere consensi è quello di declinare la politica in chiave futura. Un avvenire luminoso, naturalmente. Ce lo chiede Matteo: guardare avanti per non vedere quanto viene (o non viene) fatto oggi. Ma quello renziano nella realtà è uno slancio artificioso, di facciata: questo esecutivo è molto più interessato al presente che al domani. Lo dimostrano i primi otto mesi di (in)azione del governo, lo prova una volta di più la legge di stabilità appena varata: che questa manovra nei prossimi mesi si tradurrà in un bagno di sangue per gli enti locali, e quindi per i cittadini che si vedranno tagliare i servizi e/o aumentare le tasse locali, lo capirebbero pure a Topolinia. Non a caso a criticare la legge non sono i soliti gufi di turno come Landini: anche Chiamparino e Nicola Zingaretti, che nemici di Renzi certamente non sono, hanno criticato la manovra con parole particolarmente dure. Ma a Matteo, più che la prospettiva futura, interessa il consenso del momento. A dispetto delle suadenti dichiarazioni, il Presidente del Consiglio è drammaticamente impantanato nell'oggi: lo ha evidenziato anche nella conferenza stampa di presentazione del documento economico, dove si è presentato quasi di controvoglia e insolitamente spento. Impegolato in un incarico che si sta dimostrando monumentalmente più grande di lui (Fabrizio Barca e Diego Della Valle lo avevano capito già da tempo), Renzi dovrebbe prendere atto una volta per tutte della sua inadeguatezza e dire la verità agli italiani, magari facendo sue le parole di una famosa canzone di Enrico Ruggeri: il futuro è un'ipotesi.
La prima impressione è che Matteo Renzi sia rimasto intrappolato, senza averlo capito, in un libro di Stephen Hawking; ma perchè il nostro premier non perde occasione per parlare - spesso attraverso immagini tanto ardite quanto antiscientifiche - del domani? Perchè il Bomba sembra tonto ma, a dispetto delle apparenze, non lo è per nulla: Renzi ha capito che in un paese atterrito dal presente il sistema più pratico per ottenere consensi è quello di declinare la politica in chiave futura. Un avvenire luminoso, naturalmente. Ce lo chiede Matteo: guardare avanti per non vedere quanto viene (o non viene) fatto oggi. Ma quello renziano nella realtà è uno slancio artificioso, di facciata: questo esecutivo è molto più interessato al presente che al domani. Lo dimostrano i primi otto mesi di (in)azione del governo, lo prova una volta di più la legge di stabilità appena varata: che questa manovra nei prossimi mesi si tradurrà in un bagno di sangue per gli enti locali, e quindi per i cittadini che si vedranno tagliare i servizi e/o aumentare le tasse locali, lo capirebbero pure a Topolinia. Non a caso a criticare la legge non sono i soliti gufi di turno come Landini: anche Chiamparino e Nicola Zingaretti, che nemici di Renzi certamente non sono, hanno criticato la manovra con parole particolarmente dure. Ma a Matteo, più che la prospettiva futura, interessa il consenso del momento. A dispetto delle suadenti dichiarazioni, il Presidente del Consiglio è drammaticamente impantanato nell'oggi: lo ha evidenziato anche nella conferenza stampa di presentazione del documento economico, dove si è presentato quasi di controvoglia e insolitamente spento. Impegolato in un incarico che si sta dimostrando monumentalmente più grande di lui (Fabrizio Barca e Diego Della Valle lo avevano capito già da tempo), Renzi dovrebbe prendere atto una volta per tutte della sua inadeguatezza e dire la verità agli italiani, magari facendo sue le parole di una famosa canzone di Enrico Ruggeri: il futuro è un'ipotesi.
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