Il futuro dei Boston Celtics dopo Rajon Rondo

Creato il 22 dicembre 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

Dopo due anni di tira e molla, parziali conferme seguite a smentite i Boston Celtics salutano il loro play Rajon Rondo (l’ultimo ingranaggio di un certo rilievo dei Celtics formato “Big Three + 1“) che vola dall’altra parte dell’America per accasarsi in Texas, più precisamente all’American Airlines Center, “umile” dimora dei Dallas Mavericks.
Con frasi forse un po’ di circostanza, Danny Ainge – GM dei Boston Celtics – ha affermato che la cessione di Rondo è stata la cosa giusta da fare in questo momento, ma non stata di certo una decisione semplice da prendere.

Le divergenze di opinione di Rondo nei confronti del piano di rinascita a lungo termine della squadra e la certezza di non riuscire ad ottenere un rinnovo contrattuale a cifre abbordabili quest’estate sono state le due migliori argomentazioni che hanno portato la dirigenza Celtics a privarsi di uno dei migliori assistman della lega, scelto dai biancoverdi nel draft 2006.

I Mavericks ottengono quindi il playmaker dell’University of Kentucky e Dwight Powell in cambio di Brandan Wright, Jae Crowder, Jameer Nelson, una prima scelta al draft 2015, una seconda scelta al draft 2016 ed una trade exception di 13M$.

Analizzando i dettagli dell’accordo si possono dire con certezza due cose:

  1. Dallas diventa ancora di più una squadra contender nella Western Conference nonché un’ottima candidata alla vittoria del titolo NBA.
    La qualità in cabina di regia di Rondo inserita in un contesto di squadra a cui non manca nulla per vincere, considerando un grande allenatore come Rick Carlisle, la classe “evergreen” Dirk Nowitzki, un egregio difensore come Tyson Chandler a cui aggiungere i tanti punti nelle mani di Monta Ellis e Chandler Parsons, fanno di Dallas un avversario più che temibile nella lotta al titolo.
  2. I Boston Celtics proseguono la loro opera di ricostruzione a medio-lungo termine, ottenendo scelte al draft senza penalizzare troppo il roster quest’anno a libro paga, anche se la prospettiva di un tank aggressivo fino al termine della stagione è più di una pazza idea.

A margine della trade siglata da Boston è interessante analizzare il pacchetto di scelte a disposizione per il quadriennio 2014-2018:

A fronte della cessione di Rondo il compito di coach Brad Stevens sarà quello di individuare i giocatori sul quale costruire la prossima (si spera vincente) dinastia Celtics. Avery Bradley e Jared Sullinger saranno con ogni probabilità i “franchise-men” del futuro, mentre altri due elementi di un certo peso dei Celtics del presente come Jeff Green e Brandon Bass sono stati dichiarati cedibili ed il loro futuro appare sempre più lontano dal TD Garden.

I giocatori arrivati via trade con Dallas (Wright, Crowder e Nelson) hanno contratti in scadenza (Nelson ha una player option da esercitare, Crowder sarà restricted free agent) ed è lecito supporre che lasceranno il Massachusetts in tempi brevi, permettendo così alla dirigenza Celtics risparmiare sul salary cap con la possibilità di attirare qualche free agent di lusso la prossima estate o più concretamente di concorrere a qualche scambio inserendo alcune prime scelte a propria disposizione per aumentare il livello del roster a disposizione.

Con la speranza (per certi versi assurda) di non arrivare ottavi nella sgangherata Eastern Conference, con annesso rischio di non pescare una chiamata alta al prossimo draft, i Boston Celtics del presente continuano il proprio percorso di crescita. Rispetto ad altre storiche contender i Celtics hanno iniziato la ricostruzione in anticipo, basterà per tornare ai piani alti in tempi brevi?

 

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