Mentana ci informa dei fatti che riguardano l’evoluzione dello scandalo Lega. L”ex ministro Roberto Maroni difende e tutela il movimento di cui ha preso in mano le redini e si è presentato davanti ai pm di Milano per un’operazione di trasparenza. Mentre continua il tira e molla di quello che dovrebbe fare Rosi Mauro che, nonostante le forti pressioni che le arrivano da destra e da manca, continua tenacemente a voler rimanere al suo posto.
In tutto questo trambusto sembra improvvisamente necessario arrivare ad una legge che regolamenti i rimborsi elettorali. Una legge chiara che non consenta, come fino ad ora è successo di incassare, ai partiti, il triplo di quello effettivamente speso. Denaro pubblico che serve unicamente a soddisfare i bisogni personali di coloro che ci governano e che agiscono sempre e solo per il bene del Paese. Come il Trota, eletto con un uno stipendio da capogiro: 12.500 euro al mese, che usava la sede della Lega come una specie di bancomat, per viaggi, abitazioni lussuose, per il maxi Suv, per acquistare mega appartamenti a Milano e a Brescia. E allora ci si domanda, cosa importa all’attuale disoccupato se Maroni ha deciso di collaborare con i magistrati al grido di “pulizia e chiarezza” se i soldi pubblici, sperperati, non vengono restituiti o riutilizzati per esempio negli ammortizzatori sociali?
Ora che la bolla della truffa leghista è scoppiata, ed è difficile negare lo scandalo dell’uso disinvolto dei soldi dei cittadini e l’appropriazione delle risorse pubbliche, per riparare all’onore infangato del Carroccio, si fanno riunioni dell’orgoglio leghista e mentre le poltrone traballano, si chiedono a gran voce le dimissioni della passionaria che ha affiancato il senatur dopo la sua malattia.
Il dramma padano si incarna nelle dimissioni, volontarie, del vicepresidente del Senato, Rosi Mauro, che potrebbe evitarle l’espulsione. I vertici del partito le chiedono un passo indietro, ma lei, si dimostra decisa a provare la sua innocenza, e per farlo è intenzionata a restare al suo posto nonostante le pressioni di buona parte dei Lumbard. La situazione è imbarazzante, tutti gli occhi sono puntati su di lei e sulla poltrona di prestigio che fa gola a tanti.
Il cerchio magico si è stretto su questa vicenda che scoperchia un quadro poco edificante sulle “regole” politiche italiane. La lega nord ha perso nei confronti dell’Italia, ogni credibilità di essere moralmente irreprensibile, come espressione di una superiorità di origine razziale, nei confronti del resto della nazione. Ma risulta ancor più ridicolo credere che oggi, dopo quanto è accaduto, essa possa risorgere dalle ceneri solo con un cambio al vertice dello staff di dirigenti. Solo gli ottusi possono pensano il contrario, perché il sodalizio tra Bossi e Berlusconi era fondato sulla loro complicità nell’opera di devastazione e saccheggio del patrimonio pubblico, e ora che entrambi sono caduti nella loro melma, diventeranno solo polvere della nostra storia.
All’orizzonte però, non si ipotizza un allontanamento di tutta la corrotta classe dirigente e nemmeno la restituzione dei soldi rubati all’Italia e fintanto che non si taglierà la testa alla bestia che ha attanagliato, con le sue spira, tutta la struttura organizzativa, pubblica e privata, del nostro paese, non si potrà mai conseguire un risultato di vero cambiamento capace di riportare quella pace e serenità necessaria ad instaurare un nuovo clima di fattiva collaborazione sociale, di cui tutti i cittadini hanno un estremo bisogno per guardare al futuro.