Il futuro, che era tornato nell’ormai lontana primavera del 2012, se ne è andato solo pochi giorni fa. La notizia è passata quasi in sordina nel marasma di notizie terribili che hanno avuto luogo in questo inizio di gennaio ma, per coloro che seguivano la blogzine “Il futuro è tornato” (e sono sicuro che molti tra i lettori di questo blog sono tra quelli), la chiusura di uno degli spazi sci-fi più vitali del web è stata la prima vera brutta notizia del 2015.
Questo breve post era necessario. In qualche angolo remoto dentro di me sentivo che non potevo lasciare andare la cosa senza una parola. Anche se sono passati ormai diversi giorni, sento che devo in qualche modo chiudere il cerchio, mettere anche qui la parola fine a questa avventura, una parola che era davvero l’ultima tra le parole che avrei voluto spendere per IFET. Non ci sono in verità grosse cose da dire. Bastano le parole spese da Angelo Benuzzi nel suo ultimo post, nel quale riferisce che IFET era “nata con degli scopi e questi scopi non sono stati raggiunti” e che “date le condizioni generali del settore di riferimento ci siamo detti che non era il caso di proseguire oltre”. Sono parole che lasciano un bel po’ di amaro in bocca, parole che dicono tutto senza dire niente.
Non sono qui per discutere, per capire o per spiegare, non sono tantomeno qui per speculare sulla chiusura di una realtà più unica che rara nell’immenso universo della rete. Questo breve post è solo il mio modo per ringraziare quello spazio web che, primo tra tanti, si è accorto di questo modesto blogger nell’ormai remoto luglio 2012.
Per il sottoscritto la collaborazione con IFET iniziò nel luglio del 2012: la blogzine era ancora praticamente una neonata, piccola e sconosciuta, tanto quanto lo era all’epoca Obsidian Mirror. Ma nonostante questo credo che nel post che scrissi in quell’occasione (e che intitolai “Il futuro ha inizio”) non poteva non trasparire il mio entusiasmo: l’entusiasmo di un blogger “cresciuto sognando mondi extraterrestri, galassie remote, navi spaziali, pistole laser e guerre interplanetarie”. Molta acqua è passata sotto i ponti da allora. Anche il mio entusiasmo, a poco a poco, è andato scemando, distratto da mille cose. Ad un certo punto senza un motivo, senza quasi accorgermene, smisi di occuparmi di fantascienza. Posso dire che smisi anche di interessarmene, preso com’ero (e come sono) da altre faccende e, dopo una decina di articoli passati a IFET (e pubblicati contemporaneamente anche su questo blog), la mia avventura, quasi in maniera naturale, si dissolse. Ripensandoci adesso, non posso fare a meno di pensare che forse le cose avrebbero potuto andare diversamente se solo… le cose fossero andate diversamente. Ma poi ci ripenso meglio e mi accorgo che mi sto incamminando in un sentiero di stronzate.
L’unica cosa certa è che IFET ha chiuso le trasmissioni e che, per i nostalgici, rimarrà online fino alla fine del 2015. Stessa sorte subirà il banner che vedete qui nella colonna di sinistra: rimarrà lì dov’è fintanto che IFET sarà visibile, dopodiché… addio.
Che altro resta da dire? Nulla. Solo mezz’ora fa pensavo di elencare qui da qualche parte i link a tutti i miei contributi per IFET, ma ho già cambiato idea. A che servirebbe? A chi servirebbe? A nulla. A nessuno. Non resta che ringraziare calorosamente gli Autori del “Futuro”. Un percorso di tre anni può essere stato fin troppo breve, anche se qualcuno forse direbbe il contrario. Senza dubbio è stato un percorso avvincente.