Ma quella della RAI è una crisi interna complicata dalla prolungata mancanza di un piano industriale, dalla burocrazia che adesso si occupa anche dei programmi.
Tuttavia, posso avere dei problemi con la radio, essere abbastanza arrabbiata per questo, ma la radio resta un mondo unico, per chi ci lavora e chi l’ascolta.
Sono affascinata dalle sue evoluzioni future, che la vedranno restare generalista in FM e innovativa sul web. Dati, studi, nuovi media e nuove abitudini lo dimostrano, insieme ai tanti ragazzi che studiano per lavorare nel mondo della radio, un giorno, forse. Alcuni frequentano il Master di Radiofonia dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove tre mesi fa mi hanno ascoltata per 4 ore sull’argomento, facendo mille domande. Come si ascolta? E perchè dovrei preferirla all’FM? E come ci guadagni?
Ho mostrato loro grafici di settore, indicanti l’incessante crescita della raccolta pubblicitaria su internet, l’aumento degli ascoltatori di radio sul web, le nuove Connected Car di BMW, Audi e Jaguar, che sul menù del cruscotto digitale riportano la voce “webradio”.
Quindi l’avvento degli smart phone e delle applicazioni, ai quali mancano soltanto tariffe flat sul consumo dei dati.
Poi, del successo di pubblico della digitale BBC 6, raddoppiato in seguito alla mobilitazione di presentatori, artisti e ascoltatori che due anni fa si sono dati appuntamento in piazza per impedirne la chiusura, decretata dal governo britannico. Una storia di scelte politiche incuranti del futuro, anche quando ce l’hanno tra le mani.
Gli ho fatto ascoltare le webradio della RAI, canali mezzi abbandonati che sono stati riempiti di passato. Vecchie cose, repliche, teche, nessun accenno di novità o di gioventù.
Li ho portati sulla pagina di Radio Paradise, una radio texana di rock melodico molto ben selezionato, che ascolto da anni e dalla quale imparo come si fa la radio sul web.
Visitate il sito ed ascoltatela. Lì il futuro va avanti da anni.
Ci ho preso gusto a scrivere di radio. Continua….