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Probabilmente nel cinquecento, molti intellettuali pensavano di vivere nell'epoca ultima, di vivere nel futuro assoluto. Così probabilmente dicevano nel settecento e nell'ottocento e così via.Oggi che si dice?Ma probabilmente lo stesso, che si vive nella modernità più assoluta, l'era dell'intelligenza.L'era dell'intelligenza, quella vera, é l'era del giusto mezzo, niente a che vedere con quella di oggi, dove le invenzioni non danneggino l'uomo, dove la fame viene sconfitta con l'uso dell'intelligenza, dove l'uomo cresce spiritualmente e non appartenga più all'era della bestia feroce, quella che distrugge tutto per arricchirsi, penso stia parlando dell'era odierna, ma forse mi sbaglio.Per scoprire un futuro che non sia già passato, l'essere umano deve fare un grande salto di qualità, non di quantità, é inutile andare sulla luna quando si uccide ancora per le diversità di pensiero, é inutile avere lo smartphone di ultima generazione se non si sa come comunicare l'intelligenza.Oggi si vede un mondo passato con piccole differenze ornamentali, ma il succo é quello, ignoranza.L'ignorante oggi depreda il popolo con il linguaggio sofisticato, un linguaggio colto che approfitta dell'ignoranza altrui, un linguaggio soggetto al dominio per interesse personali.L'ignorante oggi si sente superiore facendo calare il costo del prodotto commerciale usufruendo della povertà della gente, creando oggetti di largo consumo con il sudore non retribuito a dovere del povero cittadino.Oggi siamo nel futuro, ma quale?Scusate la mia negatività. Ma questo é passato, ci mancano solo le crociate cristiane per pubblicizzare il Dio teologico, ci mancano le rivoluzioni industriali per avere una possibilità di lavoro...Se l'uomo intelligente non impara a dominare gli istinti animali, il passato si ripeterà, l'intelligenza vera é un miraggio, é si vede solo nel deserto di un futuro imminente o prossimo dipende dalle persone, il primo futuro sarà passato?
Daniele Tolu