Il futuro smart delle piccole città

Creato il 07 febbraio 2014 da Lightingweb
Smart city e città ideale del Rinascimento. Due concezioni urbanistiche lontane nel tempo, ma con molti concetti in comune. La città rinascimentale, proprio come le moderne “città intelligenti”, ricercava il perfetto equilibrio tra bellezza, organizzazione sociale, governo illuminato ed efficienza. Città in cui armonia urbanistica e architettonica convivevano con la lungimiranza del governo politico e un’attenta sensibilità della comunità civica. Oggi, Francesco Profumo si è trovato d’accordo nel definire questi intenti come “una proiezione astratta di un’idea di città del futuro, riconducibile a un perimetro applicativo e concettuale che racchiude un fascio di applicazioni e verticalizzazioni ampio e variegato, così come diversi sono i domini cui appartengono le tecnologie che concorreranno alla sua realizzazione”.

Nel suo libro “Smart City Dynamics: ispirazioni da parte di esperti di tutta Europa”, Heidy van Beurden esamina diverse sfide che stanno alla base del concetto di smart city, tra cui la necessità di definire una tabella di marcia, coinvolgere i soggetti giusti, creare sinergie tra i settori e il ruolo che potrà giocare l’effettivo cambio di atteggiamento da parte delle amministrazioni e dei cittadini.

Nel libro si trovano esempi di iniziative locali riuscite come il ‘Climate Street’ a Amsterdam oppure le collaborazioni privato-città nella progettazione urbana sostenibile pensate a Stoccolma. Lei stessa afferma: “l’elemento più importante nelle Smart Cities è che le risorse e l’energia in futuro vengano utilizzate in modo più efficiente. Tutti sono d’accordo che sono necessarie città più pulite e regioni più vivibili, ma la collaborazione tra i settori è certamente molto difficile.”

Le città italiane e in particolare i piccoli comuni, possono costituire uno straordinario banco di prova per la fattibilità e l’efficacia di questi processi di nuova progettazione urbana. Le cittadine italiane, infatti, hanno un’alta densità di beni storici e artistici, oltre che paesaggistici e , allo stesso tempo, una impellente necessità di rinnovare impiantistica e logistica, a cominciare dall’illuminazione pubblica.

Sono ormai decine le città italiane che hanno avviato o intendono avviare percorsi smart, ma quanto possono essere efficaci questi interventi se si limitano solo ad alcune zone? E soprattutto, oltre ad una mobilità rivista e alla salvaguardia dell’ambiente, l’illuminazione pubblica come dovrebbe inserirsi in questo discorso? Per diversi anni l’illuminazione urbana è stata considerata solo uno strumento funzionale, mirato alla sicurezza e all’orientamento degli abitanti. Oggi cavalcando l’onda della sostenibilità e la necessità di rivoluzionare impianti e sistemi per essere al passo con i tempi, si può fare artefice di un’identità culturale e dell’interazione sociale, per dare vita alla cosiddetta “città notturna”. Di conseguenza diventano importanti nuovi punti di riferimento, come ad esempio la presenza di personalità con un corretto “know-how” in questo campo sia in ambito tecnico che progettuale, così da garantire una migliore fruibilità degli spazi urbani, una sicurezza fisica e psicologica delle persone e anche per il traffico stradale.

Ripensare lo spazio pubblico, costruire la sua qualità intorno all’uomo che abita effettivamente la città e il suo contesto storico: questo uno dei caratteri della Smart Cities che diventa terreno per affermare parametri come comfort ed estetica delle scelte illuminotecniche per percepire lo spazio pubblico come uno scenario facile e chiaro nel quale orientarsi, ma anche bello da vivere.

Il processo per arrivare ad avere questo tipo di città in un futuro abbastanza vicino è già avviato, ma è abbastanza? O meglio, i modi e le possibilità date alle amministrazioni pubbliche permettono davvero di puntare a questi obiettivi?

A livello europeo è ormai famoso il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors), un’iniziativa autonoma dei Comuni europei finalizzata a ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 20% entro il 2020 attraverso una mobilità più pulita, la riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati e azioni di promozione dell’energia rinnovabile tra i cittadini. Ha preso vita nel 2008 ed è sostenuto dalla Commissione Europea all’interno degli obiettivi della Strategia 20-20-20. Si tratta al momento di 4.200 Comuni europei per una popolazione di circa 165 milioni di abitanti, di cui oltre 2.000 italiani. Ci sono anche altri progetti e iniziative che affiancano il Patto dei Sindaci. Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) è in prima linea nella promozione e divulgazione di questo tema, ma sembra che l’approccio sia troppo ampio e dispersivo, poco concludente nella realtà di un piccolo comune che vuole allinearsi con il futuro.

L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) si fa portavoce e capofila di azioni coordinate per la creazione di un sistema che “consenta alle città italiane di liberare il proprio potenziale di sviluppo e innovazione ancora inespresso” (Report ABB). Sempre su questa scia subentra il decreto Sviluppo (diventato legge nell’estate 2012): un vero e proprio Piano Nazionale per le Città messo a punto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che affronta la questione dello sviluppo e della riqualificazione urbana.

L’illuminazione pubblica è uno dei settori su cui agire per raggiungere gli obiettivi del piano per l’efficienza energetica in Italia, rientrando a pieno titolo nell’ideazione delle città sostenibili. Ricerca su prodotti innovativi a Led, software per la progettazione all’efficienza energetica e sistemi di controllo intelligente oltre che il trasferimento tecnologico verso realtà territoriali: questi i punti fondamentali proposti dal PICIL (Piano dell’Illuminazione per il Contenimento dell’Inquinamento Luminoso) che insiste anche sulla necessità di una progettazione -o riprogettazione- di un impianto di illuminazione pubblica sostenibile.

Nell’ambito del progetto urbano, l’illuminazione assume un ruolo unico infatti, perchè può enfatizzare alcuni elementi, nasconderne altri, condurre la vista lungo edifici e piazze, decidere se restituire fedele l’immagine diurna di uno spazio oppure stravolgerla in maniera unica e artistica. Quello che è certo è che oggi più che mai l’illuminazione pubblica è argomento di discussioni in diversi ambiti, da quello ecologico legato al mondo della sostenibilità, a quello estetico-culturale concentrato sull’identità di un luogo, fino a quello economico, forse al momento quello più delicato. Soprattutto per i piccoli comuni, carattere unico dell’Italia rispetto all’Europa, i tempi non sono facili: l’attenzione al risparmio è quotidianamente all’ordine del giorno in tutte le amministrazioni pubbliche. Occorre dunque pensare le nuove tecnologie come fattore concreto di sviluppo economico. Un’indicazione che è venuta dal Consiglio nazionale della green economy, che ha recentemente lanciato un “green new deal” un dettagliato piano di rilancio economico basato sugli investimenti ambientali in tutti i settori: dall’energia ai trasporti, dal riciclo alla riqualificazione degli edifici. In questo contesto la smart city acquista non è solo una speranza, ma un progetto concreto per riaccendere la luce nelle nostre città.

A Spasso per l’Europa

Le città europee stanno affrontando, proprio in questi anni, un momento di trasformazione decisivo, nel quale devono focalizzare attenzione ed energie su uno sviluppo urbano sostenibile. Questo comporta un notevole impatto sulla qualità della vita urbana, dell’economia, nell’ambito culturale, ma anche nelle problematiche sociali e in quelle ambientali. In una prima fase, sono state le grandi metropoli a guidare lo sviluppo e a fare da vero motore della crescita di un paese, ma alcuni studi recenti hanno dimostrato che ora l’attenzione è da indirizzare verso le città di media dimensione (CISL 2013). Sono dunque le città di dimensioni più contenute, con vincoli architettonici e storici da rispettare e risorse molto diverse rispetto alle grandi città che vengono costruite praticamente ex novo, a trovarsi di fronte a una sfida difficile.

Tecnologie energetiche, comunicazioni mobili, infrastrutture sostenibili sono tutti fattori che portano verso l’ambita meta della Smart City, dove i servizi offerti ai cittadini e alle imprese sono migliorati e più fruibili. Questo processo può partire da diversi punti e coinvolgere privato e pubblico, istituzioni o grandi aziende, università o fornitori. Come in un viaggio ideale in Europa si trovano già alcuni esempi “smart” nelle piccole città: chi si concentra di più sulla mobilità, chi sull’illuminazione e chi sul social housing. Ecco alcuni esempi.

Presicce (Italia)
Presicce, piccolo comune nella provincia di Lecce, fa parte dei comuni appartenenti alla cosiddetta “regione delle serre salentine”. Famosa per i frantoi sotterranei, ha da poco dato una nuova luce alla zona storica grazie a una riqualificazione illuminotecnica pensata dalla Disano Illuminazione. In particolare, l’intervento ha interessato il centro urbano, alcuni edifici tra cui anche il Palazzo del Comune. In questo caso sono stati scelti apparecchi a incasso con sorgente a Led (Floor e Microfloor) per un’illuminazione scenografica delle architetture storiche e dei dettagli delle facciate.

Racconigi (Italia)
L’impianto luci scenografico installato nel centro storico della cittadina di Racconigi offre un esempio significativo delle potenzialità dell’illuminazione a Led nella valorizzazione e riqualificazione di aree urbane con un particolare significato storico e sociale. L’impianto a Led RGB (Microfloor RGB Disano) affianca l’illuminazione pubblica generale rappresentando un progetto di qualità, a risparmio energetico con scelte tecniche ed estetiche che creano particolari effetti di luce sul colonnato e rendono la piazza più fruibile.

Dörentrup (Germania)
In Germania c’è il concetto d’illuminazione “on demand”: i lampioni si spengono automaticamente alle 23, ma in caso di necessità i cittadini possono illuminare una strada a loro piacimento per 15 minuti, con una telefonata dal proprio cellulare. Il sistema si chiama Dial4Light ed è costruito su uno speciale software che permette di azionare, in caso di necessità, gli apparecchi luminosi di una via piuttosto che un’altra.

San Fermo della Battaglia (Italia)
Nell’ambito della rigenerazione urbana, il piccolo comune di San Fermo della Battaglia ha recentemente riqualificato alcune delle sue piazze più importanti agendo sull’arredo urbano. Disano ha illuminato alcune di queste con particolare attenzione al risparmio energetico ma anche  all’estetica dell’ambiente urbano, utilizzando apparecchi a Led di ultima generazione (Aura).

Levanto (Italia)
Ai confini del Parco Nazionale delle Cinque Terre, tre piccole cittadini negli ultimi anni hanno visto un intervento paesaggistico che le ha interessate. I tunnel del vecchio tracciato ferroviario sono stati infatti riaperti per un percorso ciclopedonale, diventando un’attrazione turistica e un importante collegamento tra i tre diversi centri urbani. Nell’ottica di ecosostenibilità, dato che l’impianto rimane acceso 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, l’illuminazione è interamente a Led (Modoled – Sforza Disano) così da portare a un consumo di meno 5 kw di potenza su 1,8 km di impianto.

Nancy (Francia)

La cittadina francese si è trasformata in una smart city multimediale grazie al progetto Grand Nancy, pensato per una mobilità sostenibile, gli open data e un uso intelligente delle risorse. Quando ci si sposta in una città infatti spesso l’incognita è il tempo impiegato negli spostamenti con i mezzi pubblici: a Nancy, anche se è un piccolo centro, questo non è più un problema. Grazie al supporto tecnico della società Capgemini, oltre 400 mila cittadini dell’area metropolitana della città, possono sapere in tempo reale alcune informazioni essenziali per muoversi (come le condizioni del traffico, gli eventuali incidenti, la posizione istantanea dei mezzi pubblici ed il tempo di percorrenza, il numero di parcheggi disponibili, le piste ciclabili e le eventuali manutenzioni). Il tutto naturalmente accessibile da qualsiasi smartphone, tablet o addirittura personal computer, semplicemente sfruttando un’app.

Nizza (Francia)

“Plaine du Var”, progetto che coinvolge Nizza e altre 14 amministrazioni pubbliche locali, intervenendo con nuove tecnologie nel campo del design, della smart city, dell’edilizia intelligente e dell’efficienza energetica. Saranno realizzati un parco tecnologico urbano a Nizza, un centro innovativo per conferenze e fiere, un hub per trasporti intelligenti (aereo, treno, mezzi pubblici elettrici), un’area ‘agrifood’, piani di social housing, nuovi impianti sportivi ecosostenibili ed energeticamente autosufficienti.

Vaglia (Italia)
Il Comune di Vaglia ha indetto un concorso per la realizzazione di un impianto a basso consumo ed a risparmio energetico per la frazione di Pratolino. L’intento è quello di trasformare, soprattutto in due delle vie principali della frazione, l’intera illuminazione pubblica passando da quella tradizionale e un nuovo impianto a Led che diminuisca i consumi e che restituisca una corretta immagine notturna del centro.

Montpellier (Francia)

Grazie all’aiuto di IBM, ldate e delle Università di Montpellier, nei prossimi mesi verranno realizzati alcuni progetti “smart”, come la piattaforma per servizi dedicati al cittadino e al trasporto pubblico intermodale.

Parades (Portogallo)

Sarà pronta nel 2015, la città progettata per essere completamente gestita da un sistema operativo urbano che trasformerà tutti gli edifici ecosostenibili grazie all’installazione di sensori hi-tech, in aree strategiche dell’insediamento urbano, in superficie e nel sottosuolo, in modo che possano monitorare parametri come traffico o consumi di acqua e energia, garantendo così un livello di efficienza e di qualità unico nel suo genere.


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