Articolo strano, programmatico-polemico forse, forse solo riflessivo. Da blogger (fallito, per alcuni), certi pensieri passano per la testa.
Si diventa, dopo un paio d’anni, anche meno, schiavi delle statistiche, più che del blog stesso. Conseguenza, il motivo per cui si scrive cessa di essere personale, ma diviene strumentale: si scrive per dare agli altri ciò che a loro piace.
Sbagliato.
Così il blog muore. E con esso, il blogger.
Me ne sono reso conto in tempo, anche dopo aver assistito, grazie ad alcuni articoli, miei e di altri miei colleghi, a una serie di comportamenti aberranti da parte dei visitatori.
Nulla che non sapessi già, o di cui non fossi già certo: la polemica è l’unico articolo che paga sempre in termini di visite.
Più si manda affanculo il regista Teobaldo Scrotosanto (grazie, Alex) accusando di incompetenza lui e i suoi seguaci, più arrivano i mastini di baskerville di turno, dalle zanne insanguinate, a dirti: bravo! (persino con l’accento alla francese).
Questa è follia. Perché altrettanto spesso, articoli molto più meritevoli e dal contenuto più tecnico o semplicemente senza insulti all’interno, vengono ignorati del tutto.
A questo posto ci tengo, e detesto che venga sminuito in questo modo. Perché di questo si tratta, in fondo, una specie di mancanza di rispetto verso l’autore. O almeno, io la percepisco come tale.
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È un discorso generico, il mio, quindi non mi fate scrivere che esistono le eccezioni perché lo sapete: siete voi, le eccezioni. E vi voglio bene.
Per tutti gli altri ho un annuncio da fare: mai più, mai più polemiche su questo blog.
E questo per una semplice ragione, se non siete capaci voi stessi di rendervi conto che un regista fa cagare, che il cinema così com’è messo fa pietà, che gli eBook non sono un ostacolo alla cultura, ma un tramite, allora non c’è più speranza.
Hanno vinto gli altri. Quelli che amate vedere insultati su queste pagine.
Questo blog non ha mai avuto fini didattici. Men che mai moralizzatori o divulgativi. Questo blog era, e lo diventerà di nuovo, il mio posto. Con buona pace di tutti.
Se vi sta bene, continuate a seguirmi. Altrimenti, cancellate il feed.
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Questo è anche l’ultimo articolo che diffonderò sui vari social network ai quali sono iscritto. Il blog è questo, esiste, non ha bisogno, o forse ne ha meno di quanto pensi io stesso, di essere rimbalzato su certi tramiti. Non mi serve più.
Altra caratteristica, e se riesco comincerò oggi stesso, tenterò di scrivere articoli più personali, sugli argomenti che amo di più.
Quindi il cinema, al primo posto, e via via tutto il resto. La semplice recensione, ahimé, ormai mi è del tutto inutile. Provo persino fastidio all’idea di accingermi a scriverne una.
Tutte queste considerazioni saranno utili, sulla lunga distanza, riuscirò a mantenerle? Chi può dirlo, nella vita (anche quella virtuale) esiste una certezza sola, tutto il resto è casualità. Staremo a vedere quello che succederà.
Book and Negative, di sicuro, sopravviverà, perché ha la mia stessa forza di volontà. Dopo tanti anni ho scoperto che abbattermi è cosa impossibile.
Con questo termino. Alla prossima e grazie a tutti quelli che sono giunti fin qui insieme a me, e che vorranno continuare.
(le immagini vengono dal mio tumblr)