Un giorno un gatto propone ad un gallo di andare a divertirsi un po' insieme.
Ma il gallo prontamente gli risponde:- Aspetta, amico, non vedi che sto grattando la terra per tirare fuori qualcosa da mettermi nello stomaco?
Allora il gatto parte da solo ma ritorna il giorno dopo.
Trovando il gallo nuovamente a grattare in terra, gli ripropone la stessa domanda: -Amico, su andiamo a divertirci ?
E il gallo risponde:- D'accordo, andiamo pure.
Una volta lungo il cammino : saltano, si rincorrono, giocherellano contenti.
Ad un tratto però il gatto domanda al gallo: -Amico, quelle corna lì che hai sulla testa, veramente mi fanno paura. Di che si tratta ? Cosa sono ?
E il gallo, molto ingenuamente , rassicura l'amico.
E poi aggiunge: - Non è niente. Non aver paura, non sono mica corna; vedi che è qualcosa di molle.Vieni più vicino, tocca, tocca pure, è solo carne. Non vedi?
Il gatto cautamente si avvicina, annusa la cresta rossa del gallo ed esclama: - E' vero, è tenera, è proprio carne!
L'indomani il gatto torna a cercare il gallo.
- Amico, andiamo a divertirci?
Il gallo smette di grattare, si scuote la polvere di dosso e parte allegramente in compagnia del gatto.
Dopo qualche scherzetto, non è trascorso neanche molto tempo che i due si sono allontanati dal villaggio, ecco il gatto gettarsi ferocemente sulla cresta del gallo.
E in men che si dica trancia di netto la testa al suo amico e se la mangia saporitamente.
Leccandosi anche i baffi.
La FAVOLA insegna che, proprio come diceva il saggio ESOPO, non bisogna mai svelare i propri punti deboli agli altri, fossero anche sé-dicenti amici. Diversamente si rischia di fare la fine del "nostro" gallo.
E questa storia ovviamente vale non solo per l'Africa ma per ogni angolo del mondo conosciuto.
Essa é dedicata al piccolo Diego e a tutti quei...grandi e piccini, che ancora amano ascoltare la parola "parlata".
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)