Le pareti di muraglie ridisegnate dal tempo e arricchite dal verde dei pini, fichi d’india e capperi, diventano esuberanti giardini verticali naturali, preposti all’orchestrazione dell’immagine visibile ai Foresti che calpestano le strade tortuose con i rumorosi mezzi snaturali.
Le imponenti scenografie che la natura offre gratuitamente, vengono immagazzinate da questi, per essere rievocate nelle loro terre fredde prive di calore.
Questo luogo magico si affaccia prepotente sulle acque ruotando silenzioso intorno al sole.
Il clima filtra aria pura e soave e fa rigenerare il sangue del meno giovane e l’arricchisce di energie vitali.
Anche i venti sostano per il loro punto d’incontro e vi giocano, senza arrecare guai, facendo mulinelli dispettosi, spettinando le chiome degli ulivi, disorientando le vele dei marinai.
Territorio Sacro, devoto alle tante Divinità che vi hanno dimorato e che dai loro Altari hanno scongiurato il male per farlo baciare integro dal suo mare.
Le cicale e le rondini cantano festosi al chiaror del giorno e di notte sono le costellazioni più celebri che lo vigilano e lo illuminano con premura, mentre le mezze fasi lunari coronano le sue alture.
Il nostro Gargano oltre a fornirci bellissime immagini in qualsiasi stagione, ci dona i tanti sapori dei prodotti naturali che noi, facendo coincidere con avvenimenti sportivi e spolverando vecchie tradizioni, dovremmo pubblicizzare a dovere per renderlo più famoso e per sviluppare il turismo in tutto l’arco dell’anno.
Dopo le piogge estive i funghi: porcini, chiodini, gallinacci e cardoncelli proliferano nei nostri boschi e nelle pianure, questi sono commestibili e di alta qualità.
Con un po’ di accortezza, tutte le persone che si dedicano alla raccolta dei funghi, oltre alla piena conoscenza degli stessi, in considerazione del fatto che in questo periodo sul nostro territorio è in atto la stagione venatoria di munirsi, per prevenzioni e sicurezza, di idonei abiti provvisti di bande a alta visibilità, giubbotti, pettorine o gilet, al fine di poter essere visibili a tutti e in qualsiasi condizione di luce; inoltre è importante calzare scarpe adatte ai sentieri insidiosi.
Di norma i Sindaci dovrebbero emettere in merito l’ordinanza e fare in modo che la stessa venga osservata, oltre a fornire agli interessati il numero telefonico di pronto intervento.
Molti turisti utilizzano parte delle ferie per camminare nei boschi alla ricerca di funghi. Le regioni più frequentate sono: Trentino, Piemonte, Liguria e l’Appennino Tosco-Emiliano dove per l’occasione gli Enti preposti organizzano eventi e sagre.
Pubblicizziamo i funghi del Gargano
I funghi Cardoncelli si trovano in pianura e nascono dai residui dei cardi. Il gambo è bianco e il cappello color marrone chiaro, dopo averlo pulito con un pennarello accuratamente si cucinano alla brace con olio, aglio, prezzemolo, pomodoro, sale e una spolverata di pecorino.
I funghi chiodini dopo averli puliti si cucinano trifolati: due minuti di cottura con olio, sale e aglio alla fine condirli con il prezzemolo tritato.
I funghi gallinacci sono color giallastri si cucinano, dopo averli puliti, in umido con: aglio, olio, sale, pomodorini, il sugo serve per condire gli spaghetti.
I funghi porcini sono i migliori e si possono cucinare in tutti i modi, abbinati al risotto con una spruzzatina di cognac diventa il piatto più prelibato.
Le donne garganiche hanno diverse ricette per cucinare i funghi, di certo saprebbero soddisfare a pieno i palati dei turisti.
Il cercatore di funghi
Chi alla folla e alla calura
ama il silenzio della natura,
la verde piantagione,
l’umida stagione
e la pioggia che in terra si stagna
quando lenta bagna
il castagno e la radice
per fare il suo cuor felice.
Come una starna invigorita
s’arrampica in salita,
al passo graduale
s’allontana il cinghiale,
senza crear subbuglio
fruga tra i cespugli,
tra il folto fogliame,
tra il secco legname.
Il respiro trattiene a lungo
nell’avvistare il fungo;
s'accerta che non vi sia altro sguardo
per coglierlo con vero garbo,
come fosse un piccino
lo adagia nel cestino.
Cammina e ne fa scorta
fino a colmar la gobba sporta;
poi con lo zainetto sulle spalle
orgoglioso ritorna a valle.
Antonio Monte da Milano