La scoperta di un enorme campo di gas nelle acque a nord del Mozambico ha generato da tempo un'ondata d'investimenti stranieri nel Paese.
Stati Uniti, Giappone, Sudafrica,Australia sono interessati. Paesi questi, per altro, anche concorrenti.E non solo loro.
Così all'Ente nazionale degli idrocarburi mozambicano hanno bussato in parecchi, Eni inclusa per gli affari di casa nostra, in quanto il progetto in generale è quello di trasformare a breve il Mozambico nel terzo più grande produttore di gas naturale liquefatto del mondo (Gnl).
Quello che non va in tutto questo è che nel Paese è purtroppo reale la corruzione, specie quella legata alla burocrazia locale, a sua volta congiunta alle lobbie politiche dominanti.
E le diseguaglianze economico-sociali accanto alle carenze strutturali (viabilità-scuola-sanità), specie tra il nord e il sud, sono tantissime
Ciò significa che la ricchezza derivante dai profitti delle concessioni ai Paesi stranieri finirà, come sempre accade in Africa, nelle tasche di pochi.
Così un dono come il gas, diciamo pure una manna, potrebbe tradursi all'incontrario in un danno considerevole per un Mozambico, che ha ancora tanta strada da percorrere sopratutto in termini politici di lotta alla corruzione.
Per quanto riguarda in particolare i rapporti Mozambico-Italia dal luglio 2015, a Maputo, è nata la Camera di Commercio Mozambico-Italia (Ccmi) proprio allo scopo di rafforzare la cooperazione fra le aziende e i settori economici di entrambi i Paesi.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)