Una specie di Lampada di Aladino… Non si finì nemmeno di svitare il tappo che venne fuori, irruenta e inarrestabile, col frastuono delle band, le parole urlate dei poeti e i giovani nelle strade, di notte, già immemori della cappa di piombo
che tutto aveva avvolto per quasi 40 anni … Arrivava la Movida, creativa, chiassosa, poetica, senza freni, inneggiava alla musica e alla droga insieme, nella disperata voglia di recuperare gli anni letali della dittatura …Madrid, della “Movida” fu il primo Testimone… Il passato era quello che era… Da dimenticare, il presente, invece era tutto da vivere e il futuro da immaginare…All’epoca,ancor prima che iniziassero gli anni ’80, l’ultimo Don Chisciotte venuto dalla Mancia si trovava a Madrid già da parecchio, nascosto sotto la divisa di un anonimo centralinista della ”Telefonica”, la Compagnia Nazionale di Spagna. Una divisa che di sicuro gli stava stretta… ma non aveva fatto in tempo ad entrare nelle sospirate scuole di cinema perché il regime franchista le aveva chiuse tutte. Con lo stipendio era riuscito però a comprarsi una macchina da presa… una Super 8… Dal 1972 al 1978 gira cortometraggi…, i suoi biglietti d’ingresso nel mondo della Movida e il suo nome, sconosciuto ai più, diventa rapidamente famoso negli ambienti underground . Fa l’attore di teatro coi “Los Goliardos “, scrittore di racconti e di fumetti porno… Patty Diphusa è una star in viaggio all’interno della “movida”, tra avventure, droghe, sesso, musica e un catalogo dissacrante, ironico dei vizi cittadini…
Ma lui è prima di tutto Don Chisciotte e nel 1980 comincia seriamente a difendere le donne… Certo Pepi è una ragazza un po’ particolare che coltiva droga sul suo terrazzino, ma la violenza è sempre violenza e il poliziotto che l’ha fatta non se la caverà facilmente ”Pepi, Lucy, Bom e le altre ragazze del mucchio”, nel suo voluto trash è un film di storie grottesche, esagerate e sempre più complicate che alla fine, come in altre opere di Almodovar, si scioglieranno quasi miracolosamente nel ritorno alla normalità… che sarà poi il modo più graffiante per fare il verso alle telenovelas, una delle chiavi di lettura di Almodovar. L’altra chiave di lettura sono le donne e fortunate le attrici che lavoreranno nei suoi film perchè diventeranno miti nel cinema internazionale, da Carmen Maura a Penelope Cruz…
Con Pepi, Almodovar è ormai lanciato e a ritmo serrato girerà “Labirinti di passione”, con i suoi intricatissimi amori omo ed etero e “L’indiscreto fascino del peccato” con una dissacrante incursione nel mondo dei conventi femminili dove però accanto alla graffiante satira c’è l’umana complicità col mondo delle donne.
“Che ho fatto io per meritare questo?” sfiora il capolavoro con la disperata figura di Gloria,una delle donne più difese e amate da Almodovar -Don Chisciotte… Gloria che sia pur non volendo, ammazza il cattivo marito con quel provvidenziale osso di prosciutto, mentre il figlio 12enne viene venduto al dentista gay e il figlio più grande spaccia droga col sogno tutto melò di tornare in paese con la nonna…
Quando nel 1987 Almodovar riuscirà ad avere una casa di produzione con il fratello è già al top e l’Occidente famelico è lì ad aspettare le nuove storie come se si trattasse di un lungo romanzo a puntate… “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” , dove le pazze isteriche donne sono sempre le migliori e le più generose, perché il sarcasmo di Almodovar è tutto per gli uomini e le segreterie telefoniche… Una piccola vendetta per i 12 anni passati alla reception… E poi a seguire “Legami” con un giovane ottuso Antonio Banderas, il tragico “Tacchi a spillo” con l’eccentrica madre che in punto di morte salva la figlia e ” Carne Tremula”Un cinema sempre più trasgressivo, scatenato… Le sceneggiature sono assurde ma così travolgenti che lo spettatore le accetta come realtà quotidiana … Nel 1999 quello che vince l’Oscar, il David, il Cesar e il Golden Globe “…E’ “Tutto su Mia Madre,” il capolavoro… E’ una delle storie più strane fra tutte quelle strane di Almodovar… con una bellissima trans padre di due figli, una dolcissima suora incinta e sieropositiva, un’elegia senza fine del dolore e della salvezza… Forse il top della raffinatezza formale e un cast di attori fantastico… Antonia San Juan nella parte di Agrado, la prostituta trans diventerà un mito…
Il secolo nuovo porta altri film ”Parla con Lei”, che prenderà un altro Oscar e “Volver” quello che più si avvicina agli intricati rapporti femminili delle origini, ma Almodovar inesausto comincia a battere strade nuove col crudele fantascientifico “La Pelle che Abito” mentre si abbandona al suo grottesco sarcasmo contro i passeggeri di un aereo in pericolo che diventano il simbolo della Spagna nella crisi economica…Dallo schermo gli infiniti personaggi di Almodovar sono li a guardarci, a scrutarci pronti a cogliere le nostre debolezze, le nostre ipocrisie e anche quel poco di buono che è in noi. Nonostante il mondo assurdo in cui vivono in fondo è fin troppo facile capirli e identificarcisi, anche perché i gesti quotidiani, le tradizioni o i sentimenti sembrano identici…
Uno dei vettori che Almodovar adopera a piene mani per legare assieme personaggi e spettatori è la cucina… Che per lui e il suo vissuto è stata importantissima… Tutto nella sua infanzia si era consumato nella cucina dei suoi genitori…
E così davanti a un bicchiere di vino molti personaggi rivelano se stessi, nella cucina si prendono le decisioni più importanti, e seduti ad un tavolo imbandito si cerca di salvare il salvabile o di trovare nuovi accordi. Pepa in “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” prepara un gaspacho al sonnifero per trattenere l’amante in fuga e in quel frullatore che gira vorticosamente mischia, con i suoi dispiaceri, pomodori, cetrioli, peperoni, cipolla, sale e pepe… alla ricerca di equilibri impossibili. Ne “Il Fiore del mio Segreto” Leo Marcia cerca di riaccendere la passione del marito che la vuole lasciare con la “Paella”, “Tutto su mia madre” inizia con Manuela che prepara una ricca insalata… Lattuga, patate lesse, acciughe, pomodori,basilico e cipolla mentre poi, dato che è la madre di tutti, preparerà per Agrado un pasticcio di carne e altre specialità. Rosa invece mangia da un take away, Benigno, in “Parla con lei” seduto al tavolino di un bar, intinge nel latte una brioche subito dopo aver abusato di Alicia e in “Volver” la madre, fantasma, ma sempre madre, prepara maiale per le figlie… Senza parlare dei cioccolatini con la scatola a forma di cuore di “Legami” o il pane tostato con l’aranciata di “Carne Tremula” davanti ai quali la protagonista confessa il suo tradimento
Frastornati dall’esuberanza di Almodovar naturalmente eccessivo anche in cucina, nell’imbarazzo della scelta che ne è derivato e nella primavera che ormai avanza, alla fine abbiamo deciso per il “Gaspacho,” la fresca zuppa estiva che è quasi un simbolo della Spagna in cucina… Ovviamente senza aggiunta di sonniferi o tranquillanti!GASPACHO ANDALUSO
INGREDIENTI per la zuppa, per 4 persone: 1 peperone verde e 1/2 rosso, 1 cetriolo, 1 cipolla rossa di Tropea, 1 spicchio di aglio, 1/2 bicchiere di aceto bianco, 50 ml di olio extra vergine di oliva, 100 grammi di mollica di pane raffermo, sale e pepe a piacere, pomodoridsa sugo rossi 600 grammi,
INGREDIENTI per accompagnare la zuppa: 2 pomodori rossi tagliati a dadini,2 fette di pane tostato tagliato a piccoli pezzi, 1 cetriolo tagliato a listarelle o a dadini, 2 uova soda sbriciolate, 2 cipolle di Tropea a strisce sottili.
PREPARAZIONE: fate ammorbidire il pane raffermo nell’acqua e l’aceto, tagliate a piccoli pezzi i pomodori, i peperoni,il cetriolo, la cipolla e l’aglio e frullate il tutto aggiungendo l’olio poco per volta sino a ottenere una vellutata a cui aggiungerete il pane, il sale e il pepe e frullerete nuovamente. Fate riposare il Gaspacho per qualche ora e al momento di servire, se già si sente il caldo estivo, aggiungete in ogni singola scodella un cubetto di ghiaccio e portate in tavola le verdure , le uova e il pane di accompagnamento che i commensali,a loro piacimento,aggiungeranno alla zuppa.