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Il gelido Macbeth di Justin Kurzel

Creato il 05 gennaio 2016 da Masedomani @ma_se_domani

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Inizio d’anno all’insegna dei film d’autore presentati alle grandi kermesse, il Macbeth diretto da Justin Kurzel arriva direttamente dalla selezione ufficiale dell’ultimo festival de Cannes e ci regala un’opera fedele all’omonima tragedia scritta da William Shakespeare, visivamente inebriante, con un cast stellare che vede Michael Fassbender Marion Cotillard nei panni dei protagonisti. Nonostante tanta bellezza, e la passione che trabocca dal testo, qualcosa non funziona e a tratti ci si annoia. Al cinema dal 5 gennaio 2016.

RECENSIONE

Macbeth, la tragedia per eccellenza di William Shakespeare, una delle più brevi ma più atroci che abbia mai scritto il genio di Stradford-upon-Avon, sta per tornare su grande schermo. La disgrazia del fidato barone di Glamis, al servizio Re Duncan, che si distingue in battaglia e salva il Regno ma si lascia sedurre dalle profezie di tre streghe e compie gesti ignobili sino a tramutarsi in un tiranno (con la complicità dalla sua sposa, Lady Macbeth), è passata alla storia. Un’opera cupa, dura e triste, dedicata agli effetti corrosivi del potere sugli uomini.

Michael Fassbender - Photo: courtesy of VIDEA

Michael Fassbender – Photo: courtesy of VIDEA

È fatto noto che l’autore inglese fosse abile nel rappresentare le umane inclinazioni e debolezze. Ed è altrettanto noto che riuscisse in poche battute a emozionare le platee più varie e vaste. Il vero Re delle piazze era lui e i suoi lavori,  cosi appassionati da aver alimentato nei  secoli numerose leggende su chi si celasse dietro un nome tanto misterioso, sono continuo stimolo per le nuove generazioni. Che si tratti di una tragedia come Giulio Cesare o di una commedia come Molto rumore per nulla, il risultato è sempre un incessante flusso di energia, una volta dolorosa e angosciante, un’altra volta divertente e stuzzicante, ma mai fredda, sciatta o lontana dal nostro intimo.

Parlare di passione, ossessione, senso di colpa e paranoia, che pian piano si mangia ciò che di buono c’è anche nel più valoroso degli esseri umani, ai giorni nostri non è cosa semplice. Coinvolgere un pubblico dipendente dalla tecnologia e dai ritmi “fast and furious” del nuovo millennio, rende l’impresa ancora più ardua. Il regista teatrale Justin Kurzel ci prova, si mette dietro la macchina da presa, rimane fedele al testo originale, riunisce un cast stellare (in cui spiccano Michael Fassbender e Marion Cotillard) e sceglie una fotografia vivida, tagliente, folgorante. L’impatto visivo del suo Macbeth è imponente e, nel complesso, la sua versione è un buon tentativo di regalarci un film d’autore. Comprensibile quindi l’interesse nei suoi confronti dell’ultimo Festival de Cannes che l’ha incluso tra concorrenti alla Palmarès.

Marion Cotillard e Michael Fassbender - Photo: courtesy of VIDEA

Marion Cotillard e Michael Fassbender – Photo: courtesy of VIDEA

Molti gli inchini ai maestri del passato (più di una persona in sala ha intravisto lo stile di Roman Polanski e le tinte forti di Nicolas Winding Refn – personalmente, non oserei tanto), notevole l’attenzione, condivisibili alcune scelte ma la decisione di pretendere performance fredde, con lo sguardo perso nel vuoto, a tratti trascinate, da parte d’interpreti perfettamente in grado di bucare lo schermo, ci ha lasciato perplessi e provocato sbadigli.

L’impressione è che, nonostante lo sfondo arioso, i protagonisti non respirino, soffochino ma non ansimino, e non vivano il dolore straziante e corrosivo della coscienza che vacilla mentre la follia s’impossessa della mente e del corpo. Il declino di un uomo valoroso è impalpabile, mantiene le distanze da un pubblico che avrebbe fatto carte false per percepire il gelo di quelle antiche mura e venir trascinato in un turbinio di tormento e sangue.

La pellicola di Kurzel sfoggia una buona dose di precisione, appaga l’occhio e non deraglia ma non travolge e non tocca i nostri cuori nonostante avesse tutti i presupposti per riuscirci. Cede proprio laddove William Shakespeare eccelleva. Peccato.

Vissia Menza

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