Il disegno è inedito, nascosto nel retro di copertina di un libro appartenuto a Placido Maria Tadini, arcivescovo di Genova e ultimo inquisitore. È autentico, la firma è stata cancellata ma, si notano ancora tracce di una I e O e poi, NARD e una A che sta a significare “Io Nardo da Vinci”. La firma al contrario vale come paternità dell’opera. È speculare, scritto da destra a sinistra, come usava Leonardo, il pensatore, lo scienziato, molto anticipo sui tempi e all’epoca la fiducia nella razionalità umana, era una minaccia alla fede. Leonardo crede nell’ingegno dell’uomo, potrebbe essere considerato miscredente. Scrivere speculare, in una sorta di codice segreto, poteva proteggere le idee dal plagio e dalla censura ecclesiastica dell’epoca. La carta del ritratto a sanguigna, ricavata dalla lavorazione degli stracci, è praticamente identica a quella di tre altre opere dell’artista conservate agli Uffizi, la composizione microchimica è la stessa usata per il Codice atlan
Il ritratto “genovese”, è in realtà un autoritratto e conforme per dimensioni a uno spazio vuoto nel Codice Atlantico, sul foglio 1033 verso. La pagina 1033 di questo codice è stata strappata e trova riscontro nel disegno ritovato: “Testa di profilo d’uomo che guarda a sinistra“, le dimensioni del ritratto a sanguigna, e le tracce di colla, corrispondono.
Conteneva qualcosa di scottante? Va ricordato che nel 1476, epoca a cui risalirebbe il ritratto, Leonardo subì un processo per sodomia che lo turbò profondamente. Affascinato dall’anatomia, effettuava scoperte interessanti e rivoluzionarie. Studi e comportamenti che avrebbero portato sul patibolo chiunque. Forse per questo si ritrae penitente, con la barba lunga e forse in questo disegno si potrebbero celare dei messaggi inclusi. Leonardo, era
Affermò: “la pittura è l’apparenza che adorna la verità”, dunque egli trasferiva nelle sue opere tutto quello che apprendeva, tutto quello in cui credeva e temeva e per lui, l’acqua era un elemento prezioso in natura ma, anche pericoloso. Leonardo ci parla dei pericoli delle inondazioni e prevede che l’acqua dei mari si innalzerà e ricadrà sugli uomini. È qui il messaggio. Comprende che le scoperte umane possono essere armi a doppio taglio. Il grande genio voleva metterci in guardia sull’ abuso tecnologico e lo sfruttamento incondizionato della natura.
Era un visionario, un sognatore, capace di prevedere macchine che sono state costruite secoli dopo, ma, non era un profeta, il suo scopo era dare un futuro migliore agli uomini. Conoscere, scoprire e ben utilizzare, è il vero messaggio leonardiano. Aveva previsto che l’uomo con la tecnologia applicata su vasta scala avrebbe reca
Questa è l’eredità del pensiero di Leonardo che ci parla dal passato per portarci nel futuro. Il futuro dipende da noi e dalle nostre ambizioni, ce lo dice un uomo vissuto nel 1500. Questa è la vera profezia.