Ci si trova di fronte al primo genocidio ideologico della storia.
Quando si studia la Rivoluzione Francese si nota subito un certo stridore tra il tono entusiasta e gioioso dei libri nel raccontare i fatti, e i fatti stessi; ci si chiede come fosse possibile parlare di giudizi sommari, teste mozzate, cadaveri ammucchiati e soprusi di ogni genere, come si fosse trattato di una grande festa nazionale in cui tutti si volevano un gran bene.“E la violenza, le stragi, gli orrori”?
Mi si spiegò che si trattava di “cattivi”, gente che se lo meritava, traditori, mangiapane a tradimento nel migliore dei casi, persone da eliminare, insomma.Sconcertante.
Ed è ancor più sconcertante, a mio parere, che questo sia, in fondo, il pensiero che a tutt’oggi molti continuano ad avere nei confronti di un evento storico sì di fondamentale importanza per quella che sarebbe divenuta l’Europa moderna, ma al tempo stesso totalmente antitetico nei fatti e nella pratica a quei medesimi principi di libertà, uguaglianza e fraternità che propugnava, ma che per primo tradì, e nel peggiore dei modi.
Eppure questo non si dice quasi mai, o al massimo si sussurra con un certo timore, come se si trattasse di qualcosa di marginale o poco rilevante o addirittura necessario ad imporre le nuove idee.
Ecco il punto, imporre.
Quasi tutti gli uomini, le donne e persino i bambini ghigliottinati durante il Terrore, erano innocenti sulla cui testa non pendeva alcun reato, tranne quello di avere delle idee e di volerle osservare e perseguire anche se contrarie a quelle che si volevano loro imporre dall’alto.
Nessuno dei capi rivoluzionari cercò mai il dialogo o una parvenza di discussione con coloro che, ed erano tanti, non condividevano quei principi che avrebbero finito per cambiare il volto alla Francia e non solo, preferirono torturare, massacrare, eliminare senza distinzioni e senza pietà ogni “ostacolo”, usando valori sacrosanti e pienamente condivisibili a pretesto delle nefandezze perpetrate contro cittadini inermi e avversari politici.
I capi rivoluzionari non erano affatto filantropi, ma astuti, ambiziosi e sanguinari despoti, abilissimi nello sfruttare il legittimo malcontento popolare per fini non solo puliti e non solo universali; gli oppositori, i nemici, i “cattivi” da togliere di mezzo erano, in fondo, tutti coloro che stavano dall’altra parte, quelli che osavano dissentire, uomini e donne di idee diverse, magari antitetiche, ma non per questo senza ragione di esistere.
Ho sempre pensato che l’orrore, l’arbitrio e il sopruso non abbiano colore politico, e purtroppo non esiste schieramento, bandiera, ideologia o istituzione che, nel corso della Storia, non si sia macchiata di gravi crimini. Compresi i rivoluzionari francesi.
La Vandea era una regione occidentale in cui vigeva una società prettamente contadina, cristiana e realista; la miccia che portò allo scoppio della guerra civile fu la ribellione dei vandeani nei confronti di uno Stato che aveva continuamente bisogno di reclutare dalle campagne giovani da mandare al fronte, che così venivano tolti alle famiglie e al lavoro dei campi, messo già a dura prova da tasse inique e continue carestie.
Combattendo sotto l’insegna del Sacro Cuore, i vandeani, coraggiosi e idealisti ma inferiori per numero ed equipaggiamento, furono letteralmente massacrati dalle “fraterne” truppe parigine, finché non ne rimasero stramazzati al suolo oltre 117.000.
A colpire non è solo il numero impressionante di vittime, ma anche i metodi di sofisticata e inaudita crudeltà usati per uccidere: gruppi di persone vennero legate e imbarcate su zattere fatte in seguito affondare, altri furono gettati dalla sommità delle mura cittadine.Roba da fare invidia ai peggiori nazisti.
L’eccidio dei Vandeani. Il Film “La storia della Vandea Francese”. Le vittime della Rivoluzione Francese, della nascente Repubblica liberale . Liberta’ per tutti , tranne per i Cattolici, sterminati, assassinati.La loro colpa aver deciso , scelto la propria liberta’ contro il seme di tutte le dittature che hanno sconvolto il mondo.