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Il ghigno di Don Giovanni

Da Brunougolini
Grandi polemiche attorno al Don Giovanni alla Scala. Tutti – da “Libero” a Travaglio su “Il fatto quotidiano” – a prendere in giro quanti avevano parlato e scritto sulla prima scaligera decretata come “sobria”. Malgrado la vasta presenza di signore ingioiellate. Un osanna destinato ad aumentare la austera popolarità di Monti e Napolitano, presenti nel palco reale.
Il ghigno di Don Giovanni
Sarà stato pure esagerato quell’inno ad un nuovo costume ispirato ai “sacrifici” (soprattutto, peraltro, di operai e impiegati). È però sfuggito ai censori un altro particolare. Questa edizione del Don Giovanni, infatti, a me è sembrata ispirata da una particolare sensibilità politica. L’ho pensato quando verso il finale è apparsa, proprio nel palco reale, tra Napolitano e Monti, la statua umana e tremenda del vendicativo Commendatore intento ad annunciare la fine di Don Giovanni e della sua dissoluta esistenza. Non era difficile pensare ad un altra fine svoltasi in un altro teatro.
Certo alla fine il regista ha voluto trarre dall’incendio purificatore lo stesso Don Giovanni, con tanto di ghigno malefico e un sigaro in bocca. Mentre gli altri attorno affondavano. Un monito…

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