Il giallo del campionato
Creato il 16 gennaio 2013 da Bagaidecomm
@BagaideComm
E adesso arriva il bello. L'intenso. Lo spettacolo. A chi dava (o sperava) il campionato già chiuso a dicembre, diamo la notizia che per trovare il finale di questo emozionante giallo bisognerà attendere ancora un bel po' di capitoli.Che Gennaio non fosse il periodo più amato dalla big lo si sapeva. Che portasse queste sentenze, beh quello un po' meno. Così sull'Orient Express ( Agata Christie non a caso), che si ferma tappa dopo tappa, la domenica troviamo passeggeri convinti di sedere in prima belli tranquilli che si vedono piombare addosso quelli della presunta seconda classe a reclamare un posto anche con un cenno della mano (si veda Floccari). È quello che è successo alla Juve domenica. Partita indirizzata con un gol fortunoso su punizione di Pirlo, che sembrava ormai semplice da amministrare. Invece accade che su una palla persa al centro il giovane Sansone, uno che quindi di muscoli se ne dovrebbe intendere, fa capire che per i bianconeri la strada verso quel tricolore potrebbe poi non essere così semplice. A Torino fanno gli scongiuri, ma tutti ricordano che l'ultima volta che l'aquila svolazzava dietro alla Signora in un giorno di pioggia a Perugia, non solo la fece scivolare, ma le portò via proprio lo scudetto. Questa Lazio ha sicuramente meno campioni rispetto all'epoca, ma come spirito sembra davvero un avversario, in questo momento, secondo a nessuno. Poi non bisogna dimenticare l'importante fattore del “vincere partite che si potevano perdere”. L' Inter, il Cagliari e l'Atalanta domenica potevano far pendere tutte il risultato a loro favore. Invece sono arrivati 9 punti e tanta autostima. Stesso entusiasmo nel mostrare il proprio biglietto ce l'ha il Napoli, che ogni tanto si ricorda di essere una squadra che in prima classe ci può stare per davvero. Basta ritrovare la carica giusta e le scosse che campioni come Inler, Cavani, Maggio, Hamsik ed Insigne sanno dare. Diciamo che se la squadra di Mazzarri non fosse così “emotiva”, a tal punto da reagire male alle sconfitte, potrebbe stare pure attaccata alla Juve. Questione di testa, quindi. Quella che poteva essere usata nella inutile ed inadeguata querelle con Marchisio.Tra Quelli invece che erano convinti di poter viaggiare nei vagoni di lusso non dev'essere piaciuto l'arrivo del controllore che negava loro il posto. Inter, Milan, Fiorentina e Roma, per motivi diversi, stanno attraversando momenti problematici e in alcuni casi non di poco conto. La Fiorentina gioca bene, crea tanto, ma è una squadra che tende ad allungarsi a dismisura, a “porgere l'altra guancia” troppo facilmente. Vero, domenica se non ci fosse stata la papera di Neto forse il match con l'Udinese si sarebbe potuto recuperare, ma il fermo immagine che resta al Friuli è la difesa un po' allegra sull'imbeccata per Di Natale che fa far festa ai bianconeri. Le milanesi invece sembrano molto insipide in questo periodo. L'Inter sabato è vero che ha vinto 2-0, ma contro una squadra che non ha mai tentato di tirare in porta, un Pescara che è stato uno sparring partner a tutti gli effetti. Non ingannino i tre punti perché per vedere un Inter viva ci vorrebbe qualcosa di sostanzioso al vagone ristorante. Per i rossoneri invece c'è tanta soddisfazione per i giovani, ma con la Sampdoria ci si è combattuti il posto affianco al finestrino ad armi pari, con il risultato di annullarsi a vicenda. Una Samp che, con il progetto di Delio Rossi che sta bruciando incredibilmente le tappe, rischia seriamente di essere la vera e propria sorpresa e mina vagante del girone di ritorno. Chi invece in mezzo a questo marasma rischi di restare senza posto è la Roma, con Zeman incorporato. Cosa dire? Siamo alle solite: un calcio fantastico di livello mondiale dalla tre quarti in giù; una “cosa” traballante dietro. Non parliamo, poi, delle grane che stanno per scoppiare a trigoria: Marquinho, De Rossi-Tachtsidis, Osvlado-Destro. Non abbiamo dubbi che il boemo abbia la personalità per uscire da questa girandola di risultati altalenanti, ma quello che vien da chiedere è se la squadra sarà ancora disposta a seguirlo Non scordiamoci, infine, dei poveri diavoli della terza classe, settore che nel calcio è ancora esistente. Il Siena domenica col Torino ha provato in tutti i modi a lanciare il cuore oltre l'ostacolo, ma il rigore sbagliato da Rosina all'ultimo secondo, che sarebbe valso il 3-3, dopo una partita rocambolesca rischia di essere uno di quegli episodi che segnano una stagione. Il Palermo, tristemente penultimo, non sa più che pesci pigliare. Un k.o a Napoli ci può stare, quello che non si capisce però è chi tra le fila rosanero, escludendo Miccoli e Brienza, valga davvero una maglia da titolare. Stesso discorso per il Genoa, anche se qui l'incidenza mentale ha un peso enorme per una squadra che era stata costruita per un progetto ambizioso. Vincere aiuta a vincere. Perdere deve dare uno stimolo per vincere. Questo è un concetto che non sembra essere passato alla banda Del Neri e allora non resta che sperare che qualcuno si alzi per andare al bagno: non si sa mai che per destrezza o per fortuna gli si levi il posto.
Sebastiano Paterniti
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