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Il giallo della morte di Jurij Gagarin: “Manovra errata di un altro aereo”

Creato il 15 giugno 2013 da Alessandroronga @alexronga

Il giallo della morte di Jurij Gagarin: “Manovra errata di un altro aereo”Fu un errore umano a causare l’incidente aereo che quarantacinque anni fa costò la vita a Jurij Gagarin, il cosmonauta sovietico che il 12 aprile 1961 era stato il primo uomo a volare nello spazio: lo afferma l’ex cosmonauta Aleksej Leonov, protagonista nel 1965 della prima passeggiata spaziale della Storia, in un’intervista rilasciata all’emittente all-news russa RT. Con la sua testimonianza di membro della Commissione d’inchiesta sul disastro, avvenuto il 27 marzo 1968 nei pressi della cittadina di Kiržač, Leonov smentisce sia la versione ufficiale dell’incidente, secondo cui il Mig-15 su cui viaggiava il suo amico e collega Jurij precipitò a seguito di una manovra improvvisa per evitare un pallone aerostatico, sia quella “complottistica”, che parla di un sabotaggio voluto da Brežnev, preoccupato per l’enorme popolarità raggiunta da Gagarin dopo la sua impresa spaziale e per alcune critiche che il cosmonauta avrebbe successivamente mosso al sistema sovietico. Nessuno di questi due motivi provocò lo schianto al suolo del suo MiG-15: all’origine della tragedia ci fu una manovra non autorizzata di un caccia Sukhoi Su-15.

“Il Su-15 – racconta Leonov – all’improvviso si trovò  a volare paurosamente vicino all’aereo di Gagarin, quando invece non avrebbe mai dovuto essere lì. Il pilota non seguì affatto la procedura di volo corretta, e sfiorandolo, portò il MiG ad avvitarsi a spirale prima di precipitare”.

Nonostante la caduta dell’Urss e l’apertura di numerosi archivi segreti, l’ex cosmonauta racconta di aver combattuto per vent’anni perché almeno alla famiglia venisse detta la verità: “Le autorità russe non volevano che se ne parlasse”. Ma se sulla dinamica del disastro viene finalmente fatta un po’ di luce, il nome di chi fosse ai comandi del Sukhoi rimane ancora nell’ombra. Di lui Leonov rivela solo che ha 80 anni (gli stessi che Jurij Gagarin avrebbe compiuto il prossimo 9 marzo) e che è molto malato: “Sono stato autorizzato a parlare di ciò che accadde quel giorno, ma non mi è stato consentito di fare quel nome. E io ho promesso che non l’avrei fatto”. Il mistero, dopo quasi mezzo secolo dal disastro, continua.


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