Simone Martini (XIV sec.), San Martino dona
il 50% del suo mantello in un esperimento
naturale di gioco del dittatore
Gli economisti classificano il gesto di San Martino tra i casi di "altruismo limitato", che è un desiderio di aiutare il prossimo abbinato a una cura ragionevole del proprio utile. L'altruismo sarebbe stato assoluto se San Martino avesse donato tutto il mantello al mendicante, senza pensare a ripararsi a sua volta dal freddo. L'altruista limitato è diverso dall'homo oeconomicus, che appaga solo i suoi bisogni, il modello della natura umana su cui si basa la teoria economica tradizionale. L'homo oeconomicus è il tipo che nota il mendicante seminudo e continua la strada guardando fisso nel vuoto.
Gli economisti e altri scienziati sociali hanno un test, detto gioco del dittatore, per valutare se una persona assomiglia di più a San Martino o a un homo oeconomicus. Il test si svolge in laboratorio. Gli sperimentatori chiedono alla persona di leggere un foglio di istruzioni, dove scopre che ha vinto 10 euro (o un'altra piccola somma di denaro) e che deve decidere se donarne una parte a un estraneo, per un importo a sua scelta, sotto anonimato. L'estraneo non saprà chi gli ha donato i soldi o, eventualmente, glieli ha negati.
Dalle circa 20.000 osservazioni raccolte negli studi pubblicati finora emerge che le persone donano in media fra il 20 e il 30% della somma, una via di mezzo fra San Martino e l'homo oeconomicus.
Gli ottimisti hanno sempre visto in questi numeri la prova che l'umanità ha un moderato ma genuino istinto altruistico, che la spinge a gesti gratuiti, senza attendersi nulla in cambio. Gli scettici hanno sempre ribattuto che forse i partecipanti al gioco del dittatore temono di mostrarsi avidi davanti agli sperimentatori e che occorrerebbe inventare un test più complicato in cui le persone non sanno di essere studiate.
Jeffrey Winking e Nicholas Mizer, del dipartimento di Antropologia dell'università di Texas A&M, lo hanno finalmente fatto. I risultati sono usciti su Evolution and Human Behaviour (qui una versione non-gated). Lo studio si è svolto a Las Vegas. Il copione prevedeva che un complice degli sperimentatori giungesse a piedi a una fermata dell'autobus e offrisse a una persona un sacchetto di fiches del valore di 20 dollari, dichiarando che doveva partire subito e non aveva tempo di cambiarle. La storia era credibile perché cambiare le fiches fuori da Las Vegas è impossibile. Alla fermata si trovava un secondo complice, impegnato in una telefonata al cellulare. Winking e Mizer hanno usato due varianti:
- l'uomo delle fiches donava il sacchetto al fortunato soggetto sperimentale senza altri commenti;
- l'uomo delle fiches gli donava il sacchetto e gli diceva che poteva dividerle con altri, se lo desiderava, indicando il complice che stava telefonando.
Winking e Mizer hanno proposto ogni variante a trenta persone, per un totale di novanta osservazioni.
I risultati divertiranno gli scettici. Tutte le persone hanno tenuto l'intero sacchetto per se stesse sia nella variante 1 sia nella variante 2. Nella terza variante i risultati sono stati quelli classici del laboratorio: in media le persone hanno donato fiches per circa 5 dollari (il 25% del sacchetto); solo cinque di loro le hanno tenute tutte; una ha donato addirittura 13 dollari di fiches (il 65% del sacchetto), superando la performance leggendaria di San Martino. Non sappiamo se la notte successiva abbia sognato Gesù.
Organizzare giochi del dittatore sul campo non è difficile e mi è perfino capitato di crearne uno involontariamente qualche settimana fa, sempre a una fermata di mezzi pubblici. Ho un'amica che sta smettendo di fumare. Al termine di un aperitivo con molte birre, quest'amica ha deciso di regalare le sue ultime sigarette agli estranei che attendevano insieme a noi il tram 15, a Milano. Per abbreviare una scena che temevo diventasse imbarazzante, ho tolto il pacchetto dalle mani dell'aspirante ex fumatrice e ho avvicinato un giovane diseredato munito di cane - avrete presente il tipo - che sedeva sul marciapiede. Accanto a lui stavano due persone, in piedi. "Vuoi queste sigarette? La mia amica ha deciso che non fuma più", gli ho detto. "Ma perché no", ha detto lui, gli occhi già sul pacchetto. La successiva mezzora di attesa del 15, che è un tram molto irregolare la sera, mi ha dato agio di osservare che il giovane non ha offerto nessuna sigaretta ai vicini.
Cedo volentieri l'idea a chi voglia replicare lo studio di Winking e Mizer senza andare a Las Vegas, anche se ho dubbi sui risvolti etici di regalare sigarette ai partecipanti inconsapevoli di un esperimento.
Quando cominciamo a pensarci, ci rendiamo conto che il gioco del dittatore è una esperienza quotidiana frequente. E quasi sempre la nostra risposta è quella dell'homo oeconomicus. Per fare l'esempio più semplice, quanti di noi donano ai colleghi dell'ufficio una parte dello stipendio quando ci arriva a fine mese?
I risultati di Winking e Mizer suggeriscono che probabilmente non esiste un istinto altruistico negli esseri umani, se intendiamo un moto che ci sorge dentro senza bisogno di certe circostanze esterne. Le nostre azioni altruistiche sono innescate da interazioni sociali che includono attese di reciprocità, percezioni di stati di bisogno, rispetto per le regole ricevute, timore del giudizio pubblico, affetto e altri sentimenti. Che l'altruismo si manifesti nell'ambito dei rapporti con gli altri non è sorprendente, in fondo. Gli scienziati dovrebbero indagare in quali interazioni sociali l'altruismo emerge o non emerge, e in quali modi, invece che tentare di produrlo in laboratorio in situazioni artificiali dove manca un legame con il prossimo.
J. Winking & N. Mizer (2013). Natural-field dictator game shows no altruistic giving. Evolution & Human Behavior, 34 (4), 288-293. DOI: 10.1016/j.evolhumbehav.2013.04.002. Nicola Misani su Twitter: Segui @nicolamisani