Tutti i post sinora pubblicati rappresentano, o si sforzano di rappresentare, una sorta di eserciziario medicamentoso per la cura (il prendersi cura) dell'amore.
Tuttavia, ci sono esercizi, giochi, le cui regole e modalità vanno forse rese più esplicite. È il caso di uno dei giochi più in uso nella coppia, che la coppia spesso agisce senza sapere che di gioco si tratta, finendo così per viverne solo l'esperienza negativa, a volte persino drammatica e dolorosa, perdendone invece l'aspetto -dicevamo nel post precedente- ri-creativo. Mi riferisco al "gioco del conflitto".
Per giocare a questo gioco, essenziale al benessere di ogni relazione e della relazione di coppia d'amore sopratutto è fondamentale partire dal presupposto che "la vita è conflitto", nel senso che tutto ciò che è vivente è coinvolto in una qualche dinamica conflittuale attraverso la quale ogni forma viva può coesistere in un ecosistema complesso la cui finalità è la sopravvivenza dell'ecosistema stesso giocato attraverso la capacità, di ognuno di questi viventi, di adattarsi.Da questa restituzione un po' darwiniana, sfugge in parte quello strano animale che è l'uomo che, infatti, a differenza degli altri viventi, costituisce più una minaccia che una risorsa per l'ecosistema. Questa modalità difforme di partecipare all'evoluzione, non impedisce tuttavia all'uomo di aderire al senso più profondo della nostra affermazione ponendosi, come ogni altro vivente, in relazione conflittuale con tutto ciò che è altro da lui. Il problema, semmai, è la capacità, da una parte, di accettare l'ineludibilità del conflitto e, dall'altra, di far sì che tale conflitto sia costruttivo, così come madre natura con tanta efficacia dispone.Molti umani, infatti, partono dal presupposto che il conflitto sia negativo e, così facendo, tentano di evitarlo o, peggio, di rimuoverlo, di negarlo, impedendosi di viverne la sua spinta evolutiva. Altri, invece, non riescono che ad interpretarne la dimensione di sfida, di lotta, che si concreta nel tentativo di vincere (sottomettere?), con vari mezzi, la verità dell'Altro affinché la propria verità abbia la meglio. Entrambi questi modelli, così largamente in uso, sono distruttivi per la coppia d'amore come (vorrei ridire) per qualsivoglia relazione tra umani.Esiste però una terza via, più desueta, che vedremo nel prossimo post e di cui la mediazione coniugale insieme alla pedagogia dell'amore di coppia che la sostiene, si fa interprete.