Ho aspettato un paio d’anni prima di affrontare la lettura de Il gioco di Ripper, di Isabel Allende, Feltrinelli, un po’ perché conoscendo i lavori dell’Allende un giallo thriller faticavo a concepirlo, e un po’, lo ammetto, a causa delle diverse recensioni negative incrociate online. Ebbene, per l’ennesima volta devo ribadire che le recensioni difficilmente corrispondono al vero (e se lo ribadisco io che ne scrivo almeno una a settimana…). Il gioco di Ripper è un piacevolissimo romanzo. Certo, si distacca notevolmente dai thriller che siamo abituati a leggere, ma d’altronde… davvero ci potevamo aspettare un normale thriller da Isabel Allende?
A mio avviso, chi ha espresso giudizi negativi semplicemente non conosce le opere di Isabel Allende, perché qui ho ritrovato il suo stile, la sua ironia, la sua incredibile capacità di delineare personaggi folli ma credibili. Finalmente l’autrice torna a divertirsi, la prematura scomparsa della figlia aveva gettato un’ombra di sconforto sui suoi lavori, ogni parola, frase, scritto, sembrava urlare al mondo il suo assoluto e vero dolore. Il gioco di Ripper torna a sorridere alla vita.
Non mancano psicopatici, amanti del new age, figlie e madri un po’ sopra le righe, eppure la storia si intreccia a meraviglia e accompagna il lettore fino al gran finale, e, sebbene da circa metà libro è chiaro chi sia l’assassino, poco importa, sono i singoli personaggi a farci amare tutte le pagine del libro.
Amanda, è una ragazzina estremamente intelligente, vive con la giovane madre, bellissima donna dall’animo gentile, e un tantino ingenuo, e con il nonno sempre presente e personaggio davvero irresistibile. Amanda ha diverse passioni, oltre a un ragazzo che non sa di essere il suo ragazzo (dettagli), gioca a Ripper e assieme a un gruppo di suoi coetanei indaga a suo modo su alcuni omicidi inspiegabili. San Francisco non sembra minimamente sconvolta dalle diverse morti che da alcuni mesi rendono cupe le notti della polizia, ma i ragazzini di Ripper hanno le idee chiare in merito, si tratta di un unico assassino.
Manca il movente e mancano molti dettagli, ma Amanda intuisce, prima di tutti gli altri, che un bagno di sangue sta sconvolgendo la città. Ma, quello che ancora non può prevedere è che il male si avvicina sempre di più alla sua famiglia…
Il filone principale del romanzo viene arricchito dai tanti personaggi che l’Allende si diverte a intrecciare, i fidanzati di Indiana, passati , presenti, futuri, i pazienti del suo studio di massaggi e aromaterapia, energie vere e presunte che si diramano come nebbia sul palcoscenico.
In Il gioco di Ripper, ho ritrovato la mia amata Allende, quella che mi ha incantata con D’amore e d’ombra e La casa degli spiriti; l’Allende che usa le parole in maniera sublime, raccontando meraviglie e brutture dell’essere umano; ma, sopratutto, ho ritrovato le sue donne, così belle, fiere e geniali.
Indiana sosteneva che non esisteva “ciò che è bene” e “ciò che è male”; la cattiveria è una distorsione delle bontà naturale.
Il gioco di Ripper, Isabel Allende, 2013, Euro 19,00