Logo e animazione (cliccare) che ho realizzato nel 2008 per il festival
Ogni anno si è cercato di riproporre questo evento che ha come obiettivo la promozione del gioco come forma culturale, capace di intrattenere ed educare, unire genti e culture differenti.L'evento ha anche un preciso interesse a sensibilizzare gli individui alla riduzione e al riciclo dei rifiuti, perché ciò può contribuire a creare e ri-creare giochi e giocattoli con materiali di recupero in modo anche originale, creativo e stimolante, perché impone la ricerca di nuovi approcci all'uso dell'ambiente, delle risorse e delle potenzialità inventive umane.
Organizzare questo evento ci ha messo tutti nelle condizioni, non solo di pensare e ricordare i giochi tradizionali, antichi, popolari e di strada, ma anche di cercare e scoprire altri giochi poco conosciuti e giochi da tutto il mondo, per imparare a giocare il gioco dell'altro e conoscere la sua cultura. Poi ancora giochi di carte, giochi enigmistici, giochi sportivi, giochi di società e di ruolo, ecc.
Ultima Locandina - Pazziammo 2011
Non so se quest'estate si riuscirà ad organizzare nuovamente l'evento che dovrebbe proporre ben la sesta edizione: vuoi per carenza di tempo (dei volontari, giovani e non, intenti giustamente anche alle proprie vite private e lavorative) e mancanza di denaro (pubblico), vuoi per superfluo o stagnante interesse ostentato a volte da parte del pubblico e dei partecipanti, vuoi per difficoltà organizzative, nonostante l'essere stesso dell'evento un continuo laboratorio che cerca di organizzare giochi e attività accattivanti, interessanti, di buona qualità ma con poco e semplicità...
Per questo mi ripropongo di contribuire un po' qui sul blog, con qualche post ogni tanto, alla diffusione della cultura ludica.
Lo faccio partendo col segnalarvi un blog di Patrizia Mandanici.Non solo una bravissima disegnatrice, ma anche un'eccellente fumettista, perché col disegno è capace di narrare stupendamente. E infatti su questo suo blog ci racconta spesso, con una scrittura ricca e loquace, e disegni sempre espressivi, di tante storie, di sogni, di pensieri personali, di curiosità... e di giochi. Giochi che faceva tempo fa, quando era piccolina, quando giocava da sola in casa o con gli amici. Giochi che sembrano obsoleti e lontani da noi, ormai abituati alla tecnologia elettronica e videoludica, ma che la fumettista ci illustra come attività e oggetti genuini, semplici e al tempo stesso divertenti, accattivanti e belli. Oltre ai giochi personali che si inventava da bambina (bello pensare che da bambini si ha questo gran bisogno e capacità di sprigionare creatività come fosse semplice aria che respiriamo ogni giorno), Patrizia ci spiega, nel suo ultimo post, come giocava con le figurine.
Questa lettura mi ha dato perfetta occasione per iniziare a parlare di giochi, visto che proprio recentemente anche con un mio zio acquisito, calabrese, parlavamo di vecchi giochi, e anche lui mi ha raccontato di ricordarsi i giochi con le figurine che faceva da piccolo e che, a seconda del tipo, chiamavano: ALLU SUCA, ALLU VATTI o ALLU SOFFIA (non so soffia in calabrese, forse fhiuhhia; fonte: qui). Il gioco consisteva nel ribaltare in vari modi le figurine, quelle ribaltate diventavano proprie. Per capire un altro po' come si giocava con le figurine, oltre a collezionarle, guardate l'immagine quassù e leggete il post di Patrizia.
Articolo originale su Qumodink
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