E in questo film c’è un personaggio parecchio metodico e preciso quando gli chiedono se vuole un passaggio a casa lui risponde No, sono solo 234 passi.
E questo personaggio qui fa il ragioniere controlla tutti i conti di questa società che produce il latte e lavora sempre anche di notte ride pochissimo e quando dorme digrigna i denti e sembra sempre un po’ nervoso, un po’ teso.
E questo ragioniere qui potrebbe sembrare il protagonista ma in questo film non c’è un vero protagonista e se proprio dobbiamo trovarne uno allora è un protagonista che non si vede mai però sai che c’è, è una specie di forza invisibile che muove le cose che non sai come chiamare, forse Avidità ma non è proprio Avidità, forse Successo ma non è proprio Successo, e tutti sono piano piano presi da questa forza a cui non si riesce a dare un nome e se questo ragioniere sembra il protagonista è solo perché lui è stato preso più degli altri e si capisce da subito che nessuno avrà scampo, anche non sapendo come va a finire, senza sapere che si sono ispirati a una storia vera, senza conoscerla nemmeno, quella storia lì.
E quando fanno i film che si ispirano alle storie vere, tra l’altro, va a finire che al cinema è sempre pieno di persone che a ogni colpo di scena non vedono l’ora di dire ai loro amici a quali eventi della vicenda si riferisce davvero la storia che stanno guardando sembra che guardino il filmino delle vacanze, loro c’erano, e io ho l’impressione che con tutto il cinema libero queste persone vanno a sedersi sempre dietro di me, ma forse mi sbaglio, e mi sa che ci faccio una nuova rubrica, GENTE LOQUACE IN STANZE BUIE, vediamo.