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Il Giorno dell'Apocalisse - 11

Creato il 16 agosto 2013 da Marcar

 

IL GIORNO DELL’APOCALISSE – romanzo di Marco Caruso – Ogni diritto riservato

 

puntata numero 11

 

L’addestramento di quel giorno era stato piuttosto duro. Fino a quel momento, non gli avevano consentito neanche di parlare con gli altri partecipanti al corso di preparazione per i Corpi Speciali. Viveva praticamente isolato già da due mesi, con il solo conforto della radio e poteva scambiare qualche parola con il suo istruttore; in compenso, il cibo era buono e l’alloggio confortevole. Non poteva lamentarsi troppo, vista la condizione di altri ex alti ufficiali del Terzo Reich.

Era immerso in questi pensieri, quando la porta della sua stanza si schiuse lentamente.

- Dormi, ragazzo?

- No, capitan Olino. Ma non mi chiami ragazzo! Io sono il colonnello Henkel, un suo superiore, se non sbaglio! – rispose, stizzito, il giovane tedesco.

Senza replicare, l’istruttore si sedette sulla branda.

- Devi dimenticare il tuo passato – disse poi, all’improvviso, mentre Henkel guardava il muro pur di non incrociare il suo sguardo, nella penombra della stanza illuminata solo dalla luna californiana.

- E se non ci riesci da solo, ti aiuterò io. Siamo intesi?

- Perché è così premuroso?

- Premuroso? Cerco solo di fare di te un ottimo agente speciale! Le doti naturali non ti mancano certo!

- Mi tratta come se fossi suo figlio! Forse, somiglio a qualcun altro? A qualcuno a lei caro?

- Henkel, pare che nella tua vita non ci sia posto che per l’orgoglio! – rispose ironicamente l’istruttore – Non temere, ti tratterò esattamente come gli altri. Ma io so già che tu sei il migliore di tutti. Il migliore, e basta.

 

Henkel si destò bruscamente, madido di sudore. Il suo istinto non lo aveva mai tradito, ed ora percepiva il pericolo. Lo prese una strana angoscia. La morte del vecchio Jack Olino lo aveva scosso oltre misura, ed era quasi certo che senza quel movimento brusco, non ce l’avrebbe fatta a spingere il grilletto. E Leila… Solo dopo averla persa si era accorto di amarla… Delirio senile, pensò, sprezzante come sempre, il nemico pubblico numero uno, secondo gli Stati Uniti d’America.

Ora gli restava solo suo figlio.

 

***

 

Ho lasciato che Luisa si addormentasse tra le mie braccia. Seguendo un torbido istinto, risvegliatosi con la luna piena, mi sono rivestito in fretta e sono uscito dal suo appartamento. Sento di dover parlare con Sirio. Ho quasi un bisogno fisico della sua compagnia.

La porta del magazzino che ha occupato è chiusa. E’ ormai mezzanotte: non può esser lontano. Mi aveva pur avvisato di cercarlo solo di notte! Busso, ma nessuno risponde. Improvvisamente, sento che qualcosa tira il mio corpo. Come un segugio che punti la preda, questa energia sconosciuta fa muovere le mie gambe e mi trovo a camminare per le strade della vecchia Roma senza una logica precisa. La città è ora fatta d’ombra, senza connotati certi e punti di riferimento fisici. Percorro un sentiero fatto di speranza, fissando la luna piena.

Dopo un lasso di tempo indefinito ed indefinibile, vedo Sirio! E’ seduto sulla panchina dell’altra sera… Ma qualcosa, dentro me, urla che non mi trovo esattamente nello stesso luogo dell’altra sera, a piazza Vittorio Emanuele.

Il mio amico è immobile, anche lui, forse, in attesa di qualcosa o qualcuno.

Si accorge della mia presenza quando sono a venti passi da lui, mentre la ghiaia che stride sotto le mie scarpe è l’unico rumore che percepisco.

Sirio sorride, ed io mi siedo accanto a lui.

- Stanotte tornerà… - sussurra – Il dolce Signore della notte verrà da noi.

- Ti cercavo da un po’!

- Vuole te. – continua, senza curarsi delle mie parole – Ora sei pronto e sai quel che devi sapere per fare la scelta che ti aspetta. E bada di scegliere bene, fratellino di sangue!

- E cosa dovrei scegliere? Le tenebre piuttosto che la luce?

Sirio guarda la luna, affascinato oltre ogni dire.

- Perché non ti sei fatto trovare nel tuo magazzino? Avevo bisogno di te!

- Sai benissimo che possiamo vederci solo di notte!

- E cosa sei, un vampiro?

- Non essere insolente: io non mi nutro di sangue vivo!

- E di cosa ti nutri?

Sirio sghignazza sfacciatamente:

- Tra poco, fatta la scelta che ti aspetta, capirai…

- Io non devo scegliere un bel niente!

- Mario, non fare l’idiota. Ti si offre un’occasione unica. Esci dalla schiera dei poveri illusi che inseguono il loro paradiso tra le bugie del Signore del Cielo. E’ qui, il paradiso che tanto agognate: qui sulla Terra!

- L’hai trovato il paradiso di cui parli?

- Finché il mio signore non vincerà, questo paradiso è negato a voi come a noi iniziati. Finora non c’è stato un vincitore nell’ancestrale lotta tra la Terra ed il Cielo… Tutto è in equilibrio… un equilibrio tragico, fatto di sofferenze ed orrori, come testimonia la storia umana. Ma c’è un modo per rovesciare le sorti di questo scontro… E presto, saprai tutto, tu che sei il fulcro del piano di Satana!

Tocca a me ridere, stavolta.

- Non credevo di meritare tanto onore!

- Ed invece, sei l’unico adatto al suo scopo! Tu che vivi su due piani diversi, e la tua anima è divisa tra presente e passato! A dire il vero, non sei il solo a possedere quest’insolita caratteristica… è il destino che ha scelto te, amico mio

- Bene, allora ho il diritto di sapere cosa mi aspetta, non credi?

- Non è ora.

- Ti ordino di dirmelo!

- Non oserai minacciarmi!

   - Sono o no il prescelto dal tuo signore? Intendo chiedere, in cambio dei miei servigi, tanto potere da annichilirti con un solo sguardo! Sarò mille volte più forte di te!

- Ora sì che parli degnamente! – esclama, soddisfatto, Sirio – Sento orgoglio e sfida nella tua voce! Questo mi piace molto. Ti dirò quel che vuoi sapere. L’unico modo che ha Satana per assicurarsi la vittoria finale, è riuscire a strappare la fede dai cuori della stragrande maggioranza degli uomini e, per realizzare tale mirabile risultato, è necessario che i popoli della Terra perdano ogni speranza nella misericordia divina! La disperazione fa crollare ogni illusione legata al misticismo e la tragica realtà appare, al credente, frutto della ferocia del dio vendicatore… La religione, il vero oppio dei popoli, è sempre riuscita a stordire le menti degli umani, a cancellare il normale sentimento d’orrore di un’esistenza votata al sacrificio totale, che termina solo con la morte.

- Non mi spiego ancora come realizzerete il vostro piano.

- Rifletti, una buona volta! Quando il tremendo virus dell’AIDS falcerà milioni di vite umane, spargendo terrore e disperazione, ecco che il flagello promesso dall’Apocalisse getterà il seme per la dominazione dell’Anticristo! Infatti, colui che troverà la soluzione al terribile male, dotato del carisma e dell’energia sufficiente, sarà il nuovo leader dell’Umanità… e realizzerà l’antica profezia!

- L’AIDS come veicolo della dannazione eterna! Ma l’uomo ha superato altre prove simili, in passato: le pestilenze medievali, grandi guerre, l’incubo nucleare…

- Stavolta sarà diverso! Solo un uomo avrà la medicina che salverà ogni essere umano!

- Ma come vi procurerete questa medicina?

Sirio sorride:

- Ce la porterai tu! Tu sei colui che aspettavamo da secoli e secoli! Tu sei l’araldo dell’Anticristo!

- Basta, vecchio pazzo! Stai vaneggiando!

Una furia incontrollabile si impadronisce di me in un solo istante. Sento che l’altra metà di me stesso sta venendo a galla, la parte malefica che si nasconde nel profondo di ogni uomo… Vorrei gridare, insultare, bestemmiare… ma gli occhi di Sirio brillano d’un fuoco che mi ricorda il mio stesso, incontrollabile furore. Sì, è davvero mio fratello.

Un ruggito che nulla ha di umano, sale dalla mia gola fino al cielo, fa tremare la luna e riempie l’aria di malefiche vibrazioni. Ma non sono il solo ad aver urlato! Sono ora circondato da una folla di strani esseri silenziosi, che continuano ad avvicinarsi lentamente.

Sembrano demoni, ma guardandoli mi accorgo che sono uomini e donne vestiti di stracci, curvi, che avanzano mugolando bestemmie. Si fermano quando sono arrivati a non più di dieci passi da me, s’inginocchiano sulla ghiaia e pur immobili sembrano galleggiare nella luce argentea della luna. Non respirano ed i loro occhi vitrei riflettono i raggi sulfurei dei bagliori infernali… Ora, Sirio parla anche per loro:

- Ti amiamo, fratello Inasreb Oiram, e ti lodiamo per la tua venuta e per la missione che ti accingi a compiere! Dopo millenni di martirio, tu spianerai la strada al nostro redentore, il fiero nemico del Figlio dell’Uomo! Questo noi vogliamo, ora e per sempre: libertà! Libertà dalle menzogne del cielo, dalle catene che i martiri ed i santi hanno stretto intorno al nostro collo! La Terra sarà nostra, e diventerà il nostro paradiso infernale! Ma ecco che arriva Lucifero! Ecco che viene la luce della notte!

Alzo gli occhi al cielo e vedo scendere una luce sulfurea ed abbagliante che sembra nascere dal disco argenteo della luna piena… fino ad illuminare tutto quel che mi circonda… E la luce entra in me dai pori della pelle, si mischia al sangue, penetra nella mia anima. Sono ora consapevole di ogni cellula, di ogni atomo del mio corpo. Una voce chiede:

- Tu, mortale, vuoi servirmi?

Non vorrei rispondere, ma il mio corpo si contorce in brividi di scintille purpuree e sento un coro affermativo salire dall’insieme delle sue cellule fino al cielo di fuoco.

- Giuri di seguire il mio volere in eterno?

Ormai la mia volontà è ben poca cosa in confronto all’istinto corporeo, finalmente padrone del mio essere. La bestia che tenevo prigioniera è ora l’imperatore del mio essere.

Un altro entusiastico Sì! Sale al cielo di fiamme che domina la scena.

- E dunque rinneghi per sempre il Creatore del Cielo e della Terra e tutti i suoi servi?

Un nuovo fremito scuote interamente ogni fibra del mio corpo, ma un pensiero debole e velocissimo come un dardo di luce nella notte delle tenebre dell’anima, attraversa la mia mente nel lampo di una frazione di secondo: Se avessi bevuto la Vitatrina che mi offriva Sara!

Il bagliore sulfureo fuori e dentro di me sparisce di colpo. Il pensiero ha rotto l’incantesimo!

Ma l’impressione visiva dell’attimo in cui ho potuto vedere colui che mi parlava con voce di tuono sparire nelle tenebre, tornare nel bagliore infernale che l’aveva annunciato e preceduto, resta nella mia memoria come un’orma indelebile, la cicatrice di una ferita inferta con il fuoco. Egli, spirito puro, appare come un enorme angelo caduto, le fattezze mostruose distorte da un odio impossibile da concepire e descrivere almeno in termini umani. Quel che di lui è possibile comprendere per un uomo, è quanto di più ferocemente ostile, lussurioso e licenzioso si possa immaginare. Eppure, la desolazione di quella montagna di potere assolutamente negativo ha la capacità di generare una sorta di attrazione magnetica assolutamente spaventosa, specie per le anime più indifese. In quell’orrore, infatti, si scorge un’oscena promessa di gloria maledetta, di piacere smodato, d’immondo godimento.

Sirio mi guarda, inorridito, quasi terrorizzato. I suoi fratelli della notte si alzano da terra lentamente e posso percepire la loro angoscia, la disperazione…

Mi creo un varco a forza in quella moltitudine, spintonando molti di quei cadaveri ambulanti, e corro via. Ho ripreso il controllo di me stesso, e l’energia inesauribile di prima, ora che va spegnendosi come un fuoco di campo all’alba, è ancora sufficiente a farmi volare sull’asfalto ormai gelido.

 

***

 

Andrew era da poco sotto il flusso dell’acqua tiepida, ed il suo corpo magro era ancora intorpidito dal sonno. Aveva dormito male. Eppure era vicino al più grande successo della sua vita professionale: il Serpente sarebbe presto caduto nella trappola. Ma uno strano presentimento lo disturbava, lo rendeva inquieto.

All’improvviso, in un solo istante, si rese conto che quel presentimento era legato ad un ricordo, e rivide una scena di parecchi anni prima…

Berlino Est. La loro missione consisteva nel far fuori un agente che cercava di vendere segreti militari al nemico. Il suo nome era Basenhart. Erano convinti, lui ed Henkel, che il loro bersaglio non presagisse nemmeno il pericolo.

Appena arrivati nei pressi del palazzone nel centro di Berlino, di sera, aveva cominciato a piovere e faceva un gran freddo.

Henkel era stranamente nervoso; Andrew, come al solito, conservava il buonumore e cominciò a scherzare. Si misero d’accordo: Henkel sarebbe salito da Basenhart, ed Andrew li avrebbe attesi in strada. I loro colleghi tedeschi erano stati informati che Basenhart era ormai stato individuato ed avevano dato il loro assenso all’operazione. Non c’era rischio, quindi, d’esser intercettati da qualche pattuglia della polizia… si sa che, in casi simili, i traditori non hanno scampo, diventando troppo scomodi da tollerare, proteggere o pensionare.

Henkel era appena entrato nel portone quando, precipitosamente, fece marcia indietro e tornò da Andrew.

- A volte – mormorò – le trappole si rivoltano contro chi le ha preparate!

- Diavolo, Will! Che ti prende?

Henkel non rispose e prese a camminare velocemente verso la loro automobile; ad Andrew non restò che seguirlo.

- Cosa sta succedendo? – domandò al Tedesco, già al posto di guida.

- Hanno voluto sapere anche l’ora… Questo è ridicolo… - Non terminò la frase, nell’avviare il motore. Dal fondo della strada, stavano avanzando verso la loro posizione alcuni uomini armati. Basenhart doveva aver fornito un’informazione molto più preziosa della sua esecuzione! Probabilmente, il nome di uno dei suoi cacciatori…

Andrew cacciò in fretta i ricordi, afferrò l’accappatoio ed uscì dal bagno. Aveva intenzione di prepararsi un drink con una bottiglia di gin dono dei colleghi dell’ambasciata, quando il sangue gli si gelò nelle vene. Henkel era davanti a lui, ed impugnava una pistola dotata di silenziatore.

- Uno come te poteva prendere alloggio soltanto vicino l’ambasciata degli Stati Uniti! – disse il vecchio compagno di tante avventure, ridendo.

- Non fare sciocchezze, Will. Sei finito. Se torni con me negli States, non potranno farti alcun male!

- Sacrificherebbero me, te, e mille come noi, per coprire i loro inconfessabili peccati! Com’è quest’albergo, Chuck? Non sai che gli alberghi di lusso sono pericolosi?

Andrew stava calcolando in fretta quante possibilità aveva di sopravvivere a quell’incontro con il Serpente, e si limitò a sorridere debolmente.

- Beh, non ci crederai – continuò Henkel – ma anche Leila alloggiava nel miglior albergo di Città del Messico quando i tuoi colleghi l’hanno eliminata!

- Aspetta! Io non ne so niente. Sai che i miei metodi sono puliti…

- La CIA non usa mai metodi puliti. – rispose, tranquillamente, il Tedesco prima di sparare.

 

FINE DELL' UNDICESIMA PUNTATA

 


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