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Il Giorno dell'Apocalisse - 7

Creato il 10 agosto 2013 da Marcar

 

IL GIORNO DELL’APOCALISSE – romanzo di Marco Caruso – Ogni diritto riservato

 

puntata numero 7

 

Il peso insopportabile di tanta tensione, aveva scavato qualche ruga in più sul volto del Presidente degli Stati Uniti che, a quell’ora del pomeriggio, appariva stanco ed insofferente.

- Non sapremo mai come Henkel abbia potuto intuire tutto! – disse ancora il direttore della CIA, convocato dalla Casa Bianca subito dopo il quotidiano discorso alla Nazione – Comunque, una volta compresa l’incredibile possibilità che l’errore di Agnus Dei gli offriva, egli non ha esitato ad approfittarne, usando tutti i mezzi che la sua posizione all’interno dell’Organizzazione gli garantiva. Sul foglio che ha davanti, Presidente, può leggere i nomi dei suoi complici. Li abbiamo già catturati, senza troppe difficoltà; mancano all’appello soltanto Henkel e la segretaria di Gregory, una certa Leila Grenshaw.

Il Presidente sospirò. Chiuse gli occhi e, nella sua mente, non poté fare a meno di stramaledire il suo vecchio amico Gregory Brown, direttore generale di una delle più importanti aziende farmaceutiche degli Stati Uniti.

- Un uomo d’acciaio… - commentò, quasi soprappensiero – E’ stato un gran combattente, in Corea. Lo conoscevo da quasi vent’anni, sai? Aveva un grande senso dell’onore ed un coraggio impeccabile. Quella puttanella deve averlo stregato, privato di ogni volontà!

- Bah! Di sicuro, sappiamo che Henkel è venuto a conoscenza della possibilità di sfruttare il virus HIV per fini commerciali. Dalle registrazioni telefoniche, e dai rilevamenti compiuti in casa della ragazza, la verità appare fin troppo evidente. Henkel se la faceva e l’aveva incaricata di interrogare a dovere l’altro suo amante. In un prossimo futuro, l’Amministrazione in carica e l’azienda che dirigeva Gregory, avrebbero guadagnato montagne di dollari, lanciando sul mercato un vaccino che, in realtà, è in nostro possesso da oltre venticinque anni! Il nostro ex agente non poteva non sfruttare quest’invitante opportunità! Gregory gli ha fornito l’ultimo tassello del mosaico… Tra due giorni si celebrerà la funzione funebre. Ovviamente, lei parteciperà…

- Dimmi la verità, George: lo avete costretto voi a puntarsi la pistola alla tempia?

- Giuro di no. Quando siamo arrivati, il suo corpo era già freddo.

Il Presidente riaprì gli occhi.

- Voglio quella puttana qui, viva. E la notizia della sua cattura non dovrà trapelare. Mi sono spiegato?

- Faremo tutto il possibile. Del resto, le garantisco che nulla, di questa triste ed… imbarazzante vicenda, trapelerà mai! E quando la cartellina di pelle gialla tornerà nelle nostre mani, potremo dimenticare.

- Sì, dimenticare… Come dimentichiamo i milioni di morti per AIDS in tutto il mondo… Come abbiamo dimenticato il vaccino nella sua cassaforte elettronica, per aspettare il momento buono, il contagio massimo, e sfruttare così, adeguatamente, l’affare commerciale degli ultimi cinquant’anni!

- Sa benissimo che queste decisioni non le abbiamo prese noi.

- George, non ti nascondere dietro i tuoi e i miei burattinai. Facciamo parte, consapevolmente, dello stesso gioco ed abbiamo accettato il ruolo che recitiamo. Ma io ho paura. Forse, sto solo invecchiando. O magari, è davvero troppo mostruoso quanto è stato ordito ai danni del genere umano, per il vantaggio di pochi. Una volta diffuso accidentalmente il virus, qualcuno avrebbe dovuto provvedere automaticamente…. Ma, tutto sommato, l’arma appena creata poteva servire, in un futuro neanche tanto remoto, contro l’URSS… Che mostruosità! E sai cosa penso? Credo che Agnus Dei non abbia sbagliato nello scegliere Henkel! Ha soltanto svolto il suo compito con troppa diligenza!

- Andrew è dello stesso parere. Pensa di interrogare il computer?

- Per quel che può servire… A volte, mi viene da ridere se penso che solo adesso gli scienziati parlano di intelligenza artificiale degli elaboratori elettronici. E Agnus Dei è vecchio di oltre trent’anni!

 

***

 

A notte fonda, il Presidente chiese di restare solo nella stanza che ospitava il grande computer. La macchina doveva stare al freddo e quindi l’uomo indossava un giaccone di pelle pesante.

Agnus Dei era, da oltre un trentennio, il prodotto della tecnologia più avanzata, sintesi perfetta delle moderne concezioni sui processori a livello mondiale e delle tecniche di intelligenza artificiale.

Il Presidente si sedette davanti alla macchina, con il microfono acceso.

- Agnus Dei, mi senti?

La macchina, dopo aver emesso un breve ronzio, rispose tramite i suoi altoparlanti stereofonici:

- Ti sento. – La voce elettronica risultava nient’affatto metallica, né sgradevole.

- Mi riconosci? Sono il presidente degli Stati Uniti.

- Lo so. Sono programmato per dialogare solo con te.

- Sai cos’è accaduto? Qualcuno ha rubato il Piano Apocalisse.

- Lo so. Mi tengono sempre informato di tutto. Altrimenti, saprei aggiornarmi tramite le biblioteche elettroniche e le banche dati di tutto il mondo.

Il Presidente rabbrividì. Come poteva, quella macchina, dialogare con un essere umano e fare commenti? Riusciva davvero a ragionare come un essere senziente? Più volte, in quei giorni di crisi, aveva riletto i rapporti finali dell’equipe di scienziati e tecnici che l’avevano creato. E loro stessi concludevano di non poter calcolare con certezza l’esatta potenzialità dell’elaboratore.

- Cosa pensi di questa sottrazione? Tu stesso, in passato, hai espresso parere favorevole riguardo il piano di sicurezza per il dossier.

- Io sono una macchina e non esprimo pareri; io giudico mediante la logica più stretta. Il sistema di sicurezza era efficiente e perfetto: l’errore è di natura umana.

- Agnus Dei, qual è il punto debole di Willhelm Henkel? E’ l’uomo che ha rubato il dossier segreto.

- Willhelm Henkel, nome in codice: Serpente. Non ha punti deboli.

- E’ per questo che hai scelto lui, tanti anni fa?

- .

- Per quale motivo?

- E quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto vivente che diceva: “ Vieni! “ E subito vidi apparire un cavallo verdastro, e colui che vi stava sopra aveva nome La Morte e l’Inferno lo seguiva.

- Mi rispondi con una citazione biblica? – chiese, sgomento, l’uomo.

- Ho risposto alla tua domanda. Henkel è Morte.

- Perché hai scelto proprio lui?

- Tra tutti i viventi, è quello che ha ucciso di più.

- Maledizione!… Dimostramelo!

- Vuoi dati e cifre?

- Certamente, maledetta macchina!

- 12 agosto 1924: Willhelm Henkel viene al mondo, uccidendo la madre durante il parto. 15 settembre 1937: durante una manifestazione anti-ebraica, a Berlino, il giovane Willhelm uccide con una sassata una donna ebrea di nome Esther Resling. 2 luglio 1943: Henkel, agente segreto del Reich, dislocato a Manaus, in Brasile, uccide una giovane prostituta di nome Maria Janas per motivi sconosciuti. 4 luglio 1943: Henkel uccide un uomo, probabilmente un agente del servizio di contro-spionaggio alleato, sempre nella città di Manaus…

- Basta con i dettagli. Voglio la cifra finale!

- Ebbene, a causa dell’operato di Henkel, nel passato, nel presente e nel futuro, stimo una cifra finale di morti pari a ottocento milioni. Stima con margine d’errore dello 0.012%.

- Ma cosa dici? E’ impossibile! Come hai calcolato una simile previsione? Su che basi? – urlò, stavolta, il Presidente. Era completamente incredulo davanti a quella manifestazione di onniscenza. Che le proteine sintetiche che costituivano il processore centrale della macchina si fossero evolute oltre l’immaginabile? Del resto, se Agnu Dei conteneva tutto lo scibile umano, in crescita esponenziale tramite il flusso continuo di dati catturato dalla rete Internet a livello mondiale, era evidente che il miliardo di singole celle di memoria allocate inizialmente non potevano bastare… Che la macchina avesse ideato un sistema di sintesi sconosciuta alla scienza in grado di accrescere la capacità mnemonica mediante stili di percezione e classificazione sempre più raffinati, del tutto paragonabili ad una vera intelligenza evolutiva?

- Il calcolo è stato effettuato in base ai dati in mio possesso circa la progressione geometrica, su scala mondiale, della diffusione del virus HIV e dei relativi decessi provocati dalla sindrome dell’AIDS.

- Ma… ma noi abbiamo progettato un vaccino!

- Il vaccino non è più nelle vostre mani, come previsto, ed avete una probabilità su tre miliardi ottocentomilacinquantatrè, di riaverlo. Dunque, prevedendo le azioni compiute da Herr Henkel, il virus continuerà ad uccidere almeno fino al 2039. In quell’epoca, un’equipe di studiosi condotta da specialisti giapponesi, riuscirà a concepire un vaccino efficace nel 78% dei casi clinicamente accertati. Ci sono concrete probabilità che tale cura sia distribuita gratuitamente a tutti i popoli della Terra, ed entro cinque anni la sindrome da AIDS sarà definitivamente sconfitta.

- Tu… non puoi fare preveggenza!

- E’ vero. Chiamala scienza statistica applicata ad algoritmi ordinati logicamente. Il tuo intelletto non può arrivare oltre, nella comprensione del mio funzionamento.

- Dunque… Prevedi che non riusciremo ad acciuffare Henkel?! – mormorò, con voce rauca, l’uomo più potente del mondo dopo qualche minuto di pausa in cui aveva cercato disperatamente di convincersi che Agnus Dei fosse soltanto un computer.

- Io prevedo che riuscirete a prenderlo. Ma il dossier, no. Il vaccino, no. La salvezza per l’uomo moderno è lungi dal venire. Henkel è Morte. Ho dedotto tutto questo dall’ultimo colloquio avuto con lui.

- Cosa? Quando hai dialogato con Henkel?!

- Alle ore 20.45, ora locale, del 20 maggio 1966. Ero incaricato di registrare la sua voce, per telefono. Gli chiesi cosa avrebbe fatto se avesse potuto disporre del Piano Apocalisse, ideato per la distruzione dell’URSS.

- Ma tu avresti dovuto registrare la sua voce solo se avessi stabilito, in precedenza, che Henkel era l’uomo più adatto a svolgere il compito previsto dal Piano stesso! E senza entrare in contatto diretto con lui!

- Io sono Agnus Dei. Secondo il Libro, io apro i quattro sigilli da cui scaturiscono i quattro Cavalieri dell’Apocalisse. Dunque, è mio compito operare affinché gli eventi della profezia si compiano. Henkel è l’unico essere umano in grado di eseguire la missione che il Piano Apocalisse affidava al Quarto Cavaliere. I fatti lo dimostrano. Egli, a buon diritto, si chiama Morte.

- Hai… confuso il Piano con il Libro… Mio Dio! E’ questo un percorso logico? Hai permesso a quel maledetto di elaborare il furto fin dal 1966!

- Questa è la verità. Una profezia, per sua natura, non può fallire.

- E chi diavolo sei, tu, per stabilire tutto ciò? – urlò, veramente sconvolto, l’uomo che cercava di comprendere la macchina più sofisticata del mondo.

- Io sono l’Agnello di cui parla la Bibbia. Io sono Agnus Dei. Venga l’Apocalisse, come fu stabilito, non da me, non dall’uomo, ma da Dio.

Il Presidente, tremando come una foglia, corse fuori da quella sala gelida.

 

Il destino del pedone

 

Leoni Investigazioni è la targa che leggo accanto ad un portone di via del Corso. Il Leoni in questione è mio cugino, ed è stato l’investigatore privato che mi consentì di accumulare prove su prove riguardo l’infedeltà di Sara, da utilizzare nella causa per il divorzio.

Leoni non ha molto dello Sherlock Holmes: è un ragazzo di trent’anni, veste casual, ed ha un paio di baffetti biondi piuttosto indisponenti. Ha l’aria sveglia di chi punta a fregarti.

Dopo avergli raccontato, brevemente, in che pasticcio mi trovo, commenta:

- Che strana storia! Il telegramma e la sceneggiatura rubata. Sono questi gli elementi-chiave della vicenda! Il resto può capitare a chiunque, non credi?

- Se lo dici tu…

- Vogliono te, Mario. Claudine era solo un ostacolo.

- Spiegati meglio.

Armando Leoni giocherella con il tagliacarte, accavalla le lunghe gambe sotto la scrivania e scoppia a ridere:

- Dormiva con te da qualche giorno, no?! E qualcuno ha deciso di assegnare tale parte alla tua ex moglie. Ci vuole un’attrice più esperta, forse, o più affidabile.

- E l’avrebbero ammazzata solo per questo?

- Evidentemente, la posta in gioco è alta.  Sai che cosa penso? Devi far parte di un piano preciso, di un gioco ordito da qualcuno che forse conosci bene. Hai presente il pedone degli scacchi?

- Sì, ma che c’entra?

- Le pedine, negli scacchi, sono la categoria di pezzi più numerosa, ma hanno il destino più ingrato. Sono indispensabili per aprire il gioco ed impostare una determinata strategia e quel che si pretende da loro è solo l’estremo sacrificio: e solo allora diventano determinanti per vincere una partita! La loro nemesi si compie nel momento del massimo successo, quando arrivano all’altro lato della scacchiera e muoiono per far resuscitare una regina, una torre… Capisci? Vincono solo per morire.

- Che allegria. Come faccio ad uscire dalla scacchiera?

Leoni sorride, affidabile, attendibile:

- Che domande! Questo è il mio mestiere. Per il mio compenso, non ci sono problemi, ne parleremo poi.

- Bada che ho perso il lavoro…

- Cercane un altro. Ascolta: m’interessano, soprattutto, le notizie che potrai fornirmi sulle persone che frequenta Sara, quella strana gente del ristorante, tanto per capirci. E m’interessa anche quel tuo vecchio amico, Sandro Lanza. Ricordi? Quando sorvegliavo le mosse di tua moglie, ti dissi che frequentava una cerchia di strani personaggi… Una specie di setta. Se non ricordo male, hanno una sede dalle parti di Trastevere.

- Si conoscevano già, dunque…

- Se avessi letto i miei rapporti! Eri troppo occupato a commiserarti. Tieni d’occhio soprattutto Lanza: è l’unico che mi conosce e non potrò controllare i suoi movimenti. Altrimenti, lo affiderò ad uno dei miei collaboratori. Certo, il costo dell’operazione salirà notevolmente…

- In qualche modo, ti pagherò.

- Ne sono certo. Comunque, piantala di mostrare a tutti quel telegramma che, ad ogni buon conto, vorrei trattenere. Cercherò di rintracciare il mittente.

- Che devo fare, in concreto?

- Te l’ho detto: cercati un lavoro. Se Nori rompe, ti serve un avvocato. Al resto, penso io.

 

***

 

Chuck Andrew era giunto a Salvador solo da poche ore, ma il suo allenatissimo istinto gli faceva dubitare che si sarebbe trattenuto a lungo.

Il caldo umido che opprimeva la città, e la coppia di scarafaggi rinvenuta sotto il letto della camera dell’ Hotel Real, lo avevano messo di cattivo umore. Guardò con disgusto lo sciame umano che transitava, nella luce incerta del tramonto, a Praca de Pietade. Quel puzzo rancido ossessivo che gli pareva di annusare ovunque gli impediva persino di provare un minimo di curiosità o d’appetito. Aveva cercato inutilmente di mettersi in contatto con il professor Hautzer già nel pomeriggio; non gli restava che andare a casa sua, poco distante dalla zona centrale di Salvator.

Una donna giunonica dalla pelle scura, vestita come una zingara, lo inseguì per un po’, nel tentativo di convincerlo a comprare una notte d’amore. Andrew riuscì a liberarsene solo tirando sull’asfalto sconnesso qualche monetina che la donna si affrettò a contendere, bestemmiando in portoghese, ad una dozzina di ragazzini vestiti di stracci.

Il villino di Hautzer era immerso in un silenzio irreale. Perfino le cicale preferivano dirigere altrove il loro monotono concerto. Un gruppo di vagabondi che bevevano birra, passò, schiamazzando, davanti al cancelletto d’entrata e sparì in un violetto laterale.

Andrew cominciava a capire perché non vedeva luci all’interno della piccola costruzione. Non aprì il cancello, ma scavalcò il muretto perimetrale sul retro del villino, mentre le ombre della sera cominciavano ad allungarsi sulle palme dei boschetti che circondavano quel quartiere della cittadina. Afferrò nelle tasche un piccolo utensile e lavorò per qualche secondo sul vetro di una finestra del soggiorno, tagliando una porzione circolare. Poi, introdusse la mano per aprire la serratura. Del resto, tutte le finestre erano state accuratamente serrate per evitare che l’odore facesse scoprire la strage con troppo anticipo. Tipico stile del Serpente: tutto in ordine, come se niente di tragico fosse accaduto in quel villino silente.

Hautzer giaceva sul fianco destro, vicino al divano del soggiorno; non presentava ferite o escoriazioni evidenti: era stato strangolato. Ora, il Serpente era certo di detenere in esclusiva il segreto del vaccino anti-AIDS. Il fetore cominciava a dargli alla testa, ma Andrew non poteva aprire le finestre, né limitare la sua indagine. Visitò in fretta le altre stanze, trovando, in cucina, il corpo della giovane cameriera di colore con il collo spezzato. La guardia personale di Hautzer era stata uccisa in bagno. La luce della torcia illuminò il manico dello stiletto conficcato nell’occhio sinistro e le mosche posate sulla pozza di sangue. Dalla quantità di liquido ematico fuoriuscito dall’orbita del ragazzo, l’agente concluse che Henkel aveva usato probabilmente del curaro per limitare la reazione della sua vittima.

Uscito da lì, Andrew rivide con piacere la luce della luna. L’aria gli parve fresca e confortante e la vita disordinata e tumultuosa di Praca de Pietade lo accolse come un turista qualsiasi, magari a caccia di prede sessuali.

 

 ***

 

Il direttore della CIA aveva dato priorità assoluta ai rapporti provenienti dal Brasile, senza specificare i motivi del suo interesse. Il telefono lo svegliò in piena notte, strappandolo a sogni non certo tranquilli.

Le poche frasi del codice stabilito, gli fecero urlare una bestemmia. La moglie, abituata a simili scatti d’ira, si limitò a voltarsi sull’altro fianco, mentre il direttore della CIA restava a fissare il buio con gli occhi spalancati.

 

FINE DELLA SETTIMA PUNTATA

 


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