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“Il giorno della marmotta” del rugby scozzese e altre “cattiverie” dopo la sconfitta a Dublino

Creato il 03 febbraio 2014 da Soloteo1980 @soloteo1980
Bill Murray e la marmotta (immagine tratta dal blog http://jotsfromjoe.blogspot.co.uk/2010/03/lazy-mans-guide-to-time-travel.html )

Bill Murray e la marmotta (immagine tratta dal blog http://jotsfromjoe.blogspot.co.uk/2010/03/lazy-mans-guide-to-time-travel.html )

Essendo il Groundhog Day – quello in cui in un paesino degli USA, Punxsutawney, la marmotta Phil ci dice quanto sarà ancora lungo l’inverno, ma anche quello del film con Bill Murray, che si risveglia sempre nella stessa situazione – un giornalista non può notare la somiglianza tra la Scozia di Scott Johnson e il protagonista del film, che ha impiegato 10mila giorni prima di uscire dall’incubo… Sembra che la Scozia sia vicina ad eguagliare quel record” (Irish Times)

…Sulla base di quanto mostrato dalle due squadre nella prima giornata di 6 Nations, sembra inutile rimuovere la Calcutta Cup dal trophy cabinet di Twickenham e portarla ad Edimburgo per la gara di sabato (tanto scontata sembra essere la vittoria inglese)” (Telegraph)

Quelli che leggete sopra sono solo due estratti, ma forse i più incisivi per rendere l’idea del modo in cui la stampa d’oltremanica ha reagito alla prestazione della Scozia nella gara di ieri dell’Aviva Stadium, culminata con una pesante sconfitta.

Vista in tv, dal momento che non ho avuto occasione di recarmi a Dublino, la Scozia non mi è sembrata così “dreadful” come viene descritta, ma ammetto che il paragone con il film hollywoodiano è – seppur cattivello – purtroppo azzeccato, almeno per quanto riguarda il clima di sfiducia che circonda i Blues dopo la prima giornata e, soprattutto, in vista della sfida all’Auld Enemy in programma sabato al Murrayfield.

Scott Johnson e capitan Kelly Brown, secondo quanto riportano i presenti, non si sono presentati in sala stampa particolarmente affranti per la sconfitta, come se, in qualche modo – come ho scritto più sotto settimana scorsa – l’avessero messa in conto.

E’ ovvio che, con sei giorni a disposizione per recuperare dallo sforzo profuso – specialmente nel primo tempo – capire la condizione degli infortuni e preparare la gara contro l’Inghilterra, non c’è spazio per un’analisi approfondita sulla sconfitta di ieri.

Però non rendersi conto che nel secondo tempo la Scozia non si è praticamente mai resa pericolosa, contro un’Irlanda che ha fatto a meno di Paul O’Connell, Sean O’Brien, con un Brian O’Driscoll impalpabile e che, pur avendo giocato sotto ritmo, ha marcato tre mete (e due sono state annullate dal TMO), sarebbe un errore gravissimo.

Da dove ripartire? Anzitutto assestando i pacchiani errori nelle fasi statiche (soprattutto per quanto riguarda l’esecuzione delle touche) e provando a schierare una squadra che, nel reparto dei trequarti, possa essere pericolosa in fase offensiva.

L’Inghilterra, reduce dalla cocente sconfitta di Parigi, verrà north of the border in cerca di riscatto e per rimettere sulla giusta carreggiata un Championship che, dalle parti di Twickenham, sentono già scappare via.

Sarà la Calcutta Cup più combattuta degli ultimi anni e nonostante la Rosa sia favorita, io continuo a credere che la Scozia possa centrare una storica vittoria.

Dovessi sbagliarmi, toccherà prepararsi al peggio, perché se l’Italia giocherà come contro il Galles a Roma saranno dolori.


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